lunedì 2 dicembre 2013

Fondazione Alleanza Nazionale: indagato il presidente per conti correnti esteri e bonifici sospetti...

 
La guardia di finanza sta indagando su alcune irregolarità della gestione amministrativa (conti esteri e bonifici sospetti) della Fondazione Alleanza Nazionale che gestisce il patrimonio immobiliare ed economico del Movimento Sociale Italiano. Fra gli indagati il presidente della fondazione stessa, Senatore Franco Mugnai. Se qualcuno ha rubato un solo euro di ciò che è stato accumulato e costruito con lo sforzo, il sudore, il sangue, l'abnegazione e la fede ideale di migliaia di dirigenti e militanti missini, fra i quali tantissimi reduci della Repubblica Sociale Italiana: bisogna andare sotto casa a tagliargli le mani! Fuori i nomi! Il patrimonio (culturale, politico, economico ed immobiliare) della fondazione non è dei pochi raccomandati e nominati che lo amministrano ma di tutti coloro che hanno militato nel MSI e-o in AN, nessuno escluso!
 
Comitato DESTRA per MILANO
 
 
 
Conti esteri e bonifici sospetti. Nuove indagini sui soldi di An

No del gip all’archiviazione delle accuse della segretaria di Fini «Approfondire i giri di denaro per milioni della Fondazione»

Decine e decine di milioni di euro di Alleanza nazionale, il giudice «obbliga» al magistrato romano di indagare. Niente archiviazione dunque sulla gestione del patrimonio dell’ex partito di centrodestra. Anzi. Il gip Anna Maria Fattori in sette pagine scrive nero su bianco, il 21 novembre scorso, che il pubblico ministero deve effettuare ulteriori indagini sulla destinazione delle risorse del Partito confluito nel Pdl. Si tratta sia di denaro «liquido», 50 milioni, sia di immobili di pari valore. Quindi, 100 milioni di euro.
Per questa gestione è finito sotto inchiesta Franco Mugnai, che recentemente ha diffidato Francesco Storace dall’usare il simbolo di An. Oltre a lui erano stati denunciati da Rita Marino anche Maurizio Leo, Francesco Biava, Roberto Petri e Pierfrancesco Gamba, quali componenti del Comitato dei Garanti, e Antonio Giordano, vicepresidente del Comitato di Gestione nominato dallo stesso Comitato dei Garanti il 28 ottobre 2010. L’accusa di Marino: non aver conservato il patrimonio del disciolto partito An ma averlo depauperato.
Dopo una serie di indagini, però, la procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del procedimento penale e quindi della posizione di Mugnai. Uno stop è invece arrivato dieci giorni fa dal gip, che ha sciolto la riserva disponendo al sostituto procuratore numerose indagini. «Appare evidente che la richiesta di archiviazione non possa essere accolta dovendo essere svolte ulteriori indagini per il completo accertamento dei fatti - scrive il gip - anche ulteriori e diversi da quelli iscritti e segnatamente in ordine alla causale dei pagamenti effettuati attraverso strumenti bancari dai comitati del disciolto partito Alleanza nazionale nel periodo successivo al suo scioglimento. I destinatari di detti pagamenti (sui cui conti bancari di cui abbiano comunque la disponibilità anche per interposta persona o ente, anche esteri, dovranno effettuarsi ulteriori attività di indagine a riscontro del percepito). Alla disponibilità di conti esteri del disciolto paritito An anche per interposta persona; sui soggetti delegati a operare su detti conti; sulla conformità delle operazioni ai deliberati assembleari; sull’individuzione di fonti di prova documentali e dichiarative sui rapporti tra gli indagati e i soggetti destinatari dei pagamenti o comunque beneficiari di atti dispositivi del patrimonio mobiliare o immobiliare del disciolto partito di An». Insomma, il giudice per le indagini preliminari romano ha ordinato dieci giorni fa di compiere ulteriori indagini a 360 gradi. Anche sulla base di quanto avevano nei mesi scorsi evidenziato le indagini della Guardia di Finanza. Le Fiamme Gialle, infatti, avevano consegnato al pm informative nelle quali si faceva presente la necessità di portare avanti altri accertamenti bancari. Il 30 luglio 2012 gli investigatori hanno riferito al pm la necessità di compiere indagini su istituti bancari dislocati su tutto il territorio nazionale. Non solo. La Finanza ha inoltre depisitato un’altra informativa, era il 28 febbraio 2013, nella quale evidenziava «numerosi bonifici non solo a favore della omonima Fondazione, ma anche a favore del partito politico "Il Popolo della Libertà" per l’importo di 8.537.187,10 euro, a favore di privati o imprese dei quali gli istituti bancari non avevano indicato il nominativo per importo complessivo di oltre 9 milioni di euro, nonché di emissione di assegni circolari per un importo di 3.897.128,90 euro, di ricevuti bonifici dalla Camera dei ceputati per rimborsi elettorali pari a 16.364.736,69 euro e dal partito politico Popolo della Libertà (quattro bonifici di cui due con causale "bonifico dall’estero") per un importo pari a 28.568.247,89 euro».
Il gip ha dunque chiesto una serie di indagini mirate a svelare la verità sul patrimonio di Alleanza nazionale, soprattutto attraverso esami bancari in Italia e all’estero e ha in sostanza smontato quanto sostenuto dal magistrato romano. Secondo il pubblico ministero, infatti, «sulla base delle indagini esperite allo stato non sono emersi elementi per ritenere sussistenti singole ipotesi di appropriazioni indebite di somme di denaro da parte dei membri del Comitato dei Garanti, la sui condotta rappresenta allo stato mero illecito di natura civile per non essersi limitati a una mera attività di conservazione finalizzata alla liquidazione del disciolto partito». Neanche un po’ secondo il giudice per le indagini preliminari. Tanto che nell’ordinanza del 21 novrembre scorso scrive: «Siffatto argomentare non può essere condiviso anche in quanto fondato su risultati di indagini incomplete e che, di contro, come segnalato dalla polizia giudiziaria» che lo scorso febbraio richiedeva ulteriori approfondimenti investigativi. Che non sarebbero stati effettuati, tanto da portare il gip a sciogliere la riserva dopo due settimane dall’udienza e disporre alla procura accertamenti più approfonditi.
A supporto di questa richiesta, anche il fatto che il giudice prende in esame anche la relazione degli ispettori nominati dal presidente del Tribunale di Roma del gennaio del 2012, nella quale «evidenziano come i Comitati transitori non solo non avevano proceduto alla liquidazione del patrimonio del partito di Allenanza nazionale ma ne avevano depauperato il patrimonio per un importo di 26 milioni di euro».
Nelle sette pagine, il gip va anche oltre, sottolineando come «giova evidenziare come in detto provvedimento non solo si rileva come le attività del Comitato di Gestione e quello dei Garanti siano state oggettivamente non liquidatorie, ma come il trasferimento dalla Fondazione dei contributi elettorali oltre che determinare la perdita di garanzia prevista dal comma 6 dell’articolo 1 della legge 157/’99 per i debiti assunti dal partito in campagna elettorale potrebbe ledere le legittime aspettative dei soggetti nei cui confronti venga accertata la legittimità di quelle somme».
La procura di Roma, adesso, ha a disposizione, per compiere le indagini richieste dal giudice, sei mesi di tempo prima di depositare le sue ulteriori conclusioni di indagine.
Augusto Parboni
 
 
 
 
SILENZIO COMPLICE
 
di Francesco Storace
 
E' intollerabile.
Non una voce si è levata ieri da parte del mondo che ruota attorno alla fondazione Alleanza nazionale dopo le rivelazioni di stampa. Tutti zitti, di fronte al fragore di una notizia come quella della proroga delle indagini per far luce persino sull'utilizzo di conti esteri.
E' davvero grave che Mugnai, il presidente di quella fondazione, non abbia trovato il modo di vergare un solo comunicato stampa. L'opinione pubblica di destra e' attonita di fronte a titoli che in prima pagina sparano cento milioni di euro, tra denaro e immobili, su cui la Guardia di Finanza indaga.
E' un silenzio imbarazzato? Complice? O cosa?
Noi chiediamo loro di non sporcare il nome di un partito.
Ci avete persino diffidato ad usarne il simbolo; ci avete intimato lo sfratto da una casa che da noi e' venuta a voi e non viceversa; ci avete rimproverato di essere usciti da An pochi mesi prima che voi la sciogliesse; e adesso improvvisamente avete perso l'uso della parola.
No, diteci che non è vero quello che abbiamo letto; che non siete indagati, signori della fondazione, per manovre sui conti economici.
Ditelo ora, perché non conviene tenere la bocca chiusa. Anche se riterrete - come e' ovvio che sia - di rinviare la vostra assemblea del 14 dicembre per non rendere conto a una platea che illudete persino sulla disponibilità di un simbolo che non vi appartiene, avete il dovere di dire la verità.
E poi sciogliete questa fondazione, il popolo di destra non merita macchie di questo genere.
Io, sabato prossimo, dovrò parlare al Comitato centrale del mio partito, La Destra, per riferire del percorso intrapreso, per ricostruire An. Ma vorrei parlare di politica a destra, non di questione morale.
 

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