lunedì 20 maggio 2013

Intervento di Gabriele Adinolfi




Gli assassini siete voi

Scritto da Gabriele Adinolfi

Noreporter

Non prendiamoci in giro è così e lo sapete bene!

Gli assassini siete voi, ed è inutile che facciate finta di nulla.
Siete voi “buonisti”, voi “progressisti”, voi professorini che date lezioni  sul come vivere e morire.
Più  di Kabobo siete voi che avete ucciso Carolé e avete massacrato gli altri italiani ignari, presi a picconate e caduti di colpo senza sapere perché.
Siete voi gli assassini, voi che v'indignate per le Noemi di Arcore, che bacchettate Putin e Orban perché si rifiutano di condurre in picchiata i propri popoli in quei burroni che voi – che vi fate di acido – avete scambiato per paradisi.
Siete voi che provocate le tragedie e che le silenziate.


Immaginate un italiano, magari tatuato e senza capelli, che avesse preso a picconate a casaccio degli immigrati o degli zingari. Cosa sarebbe successo? Quanti speciali televisivi? Quante commissioni parlamentari ? Quante leggi speciali? Quante cacce alle streghe? Quante censure su internet? Quante catene? Quanti tribunali?
Invece voi, sporchi assassini, oggi fischiettate, fate finta di niente, aspettate che l'emozione si plachi, che la gente dimentichi. E domani ripartirete imperterriti, come se niente fosse, a demonizzare gli italiani, specie se bianchi, specie se etero, specie se liberi professionisti e a lanciare il vostro peana per smantellare la nostra nazione, che odiate sia perché nostra sia perché nazione.


Non sono gli immigrati   ad essere gli assassini. La figura dell'immigrato non esiste: chi immigra può essere un galantuomo, un disperato, un profittatore, un invasore, un poeta o feccia. Non esiste l'immigrato, esiste l'immigrazione.
E voi volete invece che esista l'Immigrato e che sia angelizzato o demonizzato (vi stanno bene entrambe le cose perché, scudo contro scudo, si possano sfruttare e annullare tutti: italiani e allogeni).
A voi sta bene che l'Immigrato sia al contempo uno sfruttato  del capitale e un concorrente sleale dei lavoratori italiani: per voi è un grimaldello. Uno strumento per colpevolizzare, per mettere vergogna, dubbio, per minare certezze.
Siete voi che li spingete a far leva sul fantasma razzista, a ottenere tutela economica, sociale e culturale, a utilizzare il vittimismo e a farsi scudo della vostra putrida filosofia.


Rammento i primi africani che giravano per strada vendendo calzettoni. Avevano fame, chiedevano da mangiare. Con simpatia, senza pressare, con pudore.
Adesso ti fermano con arroganza, e se non hai tempo o denaro ti dicono “sei razzista? Non ti piacciono i neri?” Sicuri che così sarai in imbarazzo.
Ma chi glielo ha insegnato? Chi li ha riprogrammati così?
Chi se non voi, buonisti, progressisti, professorini nostrani?


Non sono gli islamici che s'oppongono alle nostre tradizioni.
Ovunque in occidente siete voi,  razionalisti e commissari politici delle utopie, che togliete i presepi per “non offendere le loro sensibilità”.
Una sensibilità di cui, sia detto chiaro e tondo, non vi frega assolutamente niente: ve ne fate scudo per far leva contro le “superstizioni” perché continuate a onorare la Dea Ragione, ovvero la più insensata e dissennata delle divinità idolatrate.


Non ve ne frega assolutamente niente degli immigrati, della loro sorte, dei loro diritti.
A voi preme creare allarmismo, mentire su diritti e doveri, minare la cultura, la nazionalità, la nazione. Voi sperate di fare degli immigrati, che non necessariamente lo vogliono, il vostro esercito di minatori, di guastatori, di distruttori.
Siete voi che li rimpicciolite coccolandoli.Siete voi che li avete trasformati in esseri inferiori.
Voi che date sempre loro ragione in qualsiasi contenzioso.
Perché se un bianco picchia un nero è colpevole perché razzista, l'inverso no.


E perché no?
Perché voi, squallidi razzisti “antirazzisti”, pensate che loro sono sottosviluppati, infantili, dunque irresponsabili, dunque da non punire.
Come potete pensare ciò se non perché siete voi, proprio voi, che li disprezzate?
Siete voi che create odio sociale e razziale.
Siete voi che armate i Kabobo. E che armerete anche i ControKabobo.
Sono i frutti del vostro capolavoro, del vostro paradiso di progresso.
Di quella società che state corrodendo dall'alto, voi, che impartite lezioni, e che in un paio di generazioni avete prodotto figli sterili, drogati, tutelati fino a quarant'anni, imbottiti di psicofarmaci e necessitanti di psicologi se non di psicanalisti.
Ora, di fronte a quest'ultimo vostro capolavoro, voi, dalle istituzioni e dalle cattedre, state tacendo.
Ma nessuno s'illuda: siete così pieni di voi e così delinquenti che continuerete a disseminare stragi e tragedie. E a dare lezioni.
Che siate maledetti!

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