“Milano del piano di sotto: 1368 - 1968. Seicento anni di uso delle architetture sotterranee tra Medioevo e Guerra Fredda”.
Mostra fotografica e documentaria a cura di Maria Antonietta Breda
La mostra presenta una parte dei risultati raggiunti nell’ambito della ricerca triennale “Il progetto di architettura per il patrimonio culturale: restauro, riuso, musealizzazione”, in corso al Politecnico di Milano dal Gennaio 2011.
Attraverso circa cinquanta immagini di grande formato, corredate da didascalie e testi esplicativi, si conoscono le parti più profonde e nascoste di:
1. Castello di Milano: gallerie di collegamento, opere idrauliche, passaggi segreti.
2. Rifugi Antiaerei pubblici e privati costruiti in Milano tra il 1931 ed il 1945 come il Rifugio Antiaereo di Piazza Duomo (tutt’oggi percorribile).
3. “Tempio della Notte”, un’architettura ipogea da giardino ottocentesca presente nel parco pubblico Finzi, del quartiere di Gorla.
Tra le tipologie presentate i Rifugi antiaerei costituiscono le strutture forse meno note alle generazioni più giovani, seppur ancora vive nella memoria di molti cittadini che hanno vissuto la guerra. Si tratta di opere che hanno di fatto caratterizzato il volto della città, la vita e le angosce dei cittadini almeno tra il 1931 e il 1945. Nel 1931 viene inaugurata la Stazione Centrale con un enorme rifugio antiaereo sotterraneo e nel 1945 termina la seconda Guerra mondiale con le ultime opere di protezione per i civili. Ma i rifugi continuano, in alcuni casi, ad essere mantenuti in efficienza anche dopo il termine delle ostilità: serviranno nella cosiddetta “guerra fredda”. Un esempio è il rifugio antiaereo di via Luini, dismesso solo negli anni Sessanta del XX secolo e di cui si presentano alcuni scorci nella mostra.
La storia della costruzione dei rifugi antiaerei si intreccia con la storia di Milano e del Politecnico che nel 1936 presso la “Regia Scuola di Ingegneria” istituisce il corso specialistico in “Edilizia Antiaerea e Ricoveri” per gli Architetti e gli Ingegneri. All’ateneo sono riconducibili i nomi di Piero Bottoni, Cesare Chiodi, Luigi Lorenzo Secchi, Giuseppe Stellingwerff e Gio Ponti, solo per citarne alcuni. Ognuno di loro ha contribuito allo sviluppo e alla realizzazione di tali opere con la sperimentazione, l’insegnamento, la progettazione ed il collaudo. Altro tema trasversale toccato dalla mostra è l’applicazione del cemento armato e i brevetti per le armature metalliche.
Anche il professor Archimede Sacchi docente dal 1867 al 1886 dell’insegnamento di Architettura pratica, presso la Scuola di Architettura civile, tratta nei suoi corsi le costruzioni ipogee. Nello specifico, nel suo manuale Architettura pratica. Le abitazioni. Alberghi, case operaie, fabbriche rurali, case civili, palazzi e ville. Ricordi compendiati da Archimede Sacchi, descrive e insegna la costruzione delle grotte da giardino, di cui costituisce un esempio la grotta con Tempio della Notte ancora oggi presente nel parco pubblico Finzi del quartiere Gorla di Milano illustrato nella mostra
Si tratta di un itinerario culturale per ripensare e per progettare una città del presente e del futuro che faccia tesoro del suo passato. Una città che sia museo vivente innestato nell’attuale società.
La mostra vuole contribuire al dibattito contemporaneo sulla città sostenibile e si presenta come un contributo alla conoscenza di Milano in vista dell’EXPO 2015. Una sorta di città invisibile di calviniana memoria, reale risorsa che attende di essere conosciuta e valorizzata.
Nessun commento:
Posta un commento