martedì 20 novembre 2012
"Se il bipolarismo si sposta a destra..." di Francesco Storace.
Se alle primarie del Pdl si toglie un alone di tristezza, può convenire a tutto lo schieramento che si oppone alla sinistra. Se hanno preteso di evitare candidature scomode, estranee alle virtù della casa, speriamo che vi siano temi su cui ragionare, analizzare, giudicare, valutare.
Il Giornale d'Italia lo aveva anticipato domenica, ieri ne abbiamo avuto la conferma. Giorgia Meloni si candida in alternativa ad Angelino Alfano. E' una notizia, e le notizie politiche non lasciano scampo all'indifferenza, soprattutto quando riguardano quello che e' il partito più grande del centrodestra, che e' necessario per evitare che la sfida sia tra il Pd e Grillo, e che diventa decisivo per la vittoria se riesce a convincere chi e' attestato come noi su posizioni nette, serie, chiare.
La candidatura della Meloni va valutata per gli elettori non iscritti al Pdl e che non hanno alcuna intenzione di iscriversi a quel partito. Ma possono decidere al costo di appena due euro di tentare di spostare a destra il bipolarismo italiano contro i chiacchieroni che pensano ancora di beccare un solo voto cianciando del partito popolare europeo. Anche perché i tifosi del centrismo continentale li ha radunati sabato a Roma Luca Cordero di Montezemolo. Vecchi e nuovi boiardi, seimila presenze e seimila voti. Non uno di più dei presenti alla manifestazione più ingioiellata che si potesse immaginare di questi tempi di vacche magre.
L'apparato pidiellino e' schierato con Alfano. Che certo non e' impensierito dalla Santanchè e neppure dalla Mussolini, se riuscirà a raccogliere firme vere e non fasulle.
Il pensiero di Alfano e' noto. Sogna di smarcarsi da Berlusconi, tratta con fastidio l'alleanza, subisce la Lega, sottovaluta La Destra, insegue una legge elettorale che finga di dire no al Monti bis, che e' invece la sua aspirazione. Gli piace il potere, non e' un dramma. E' diverso da chi pensa che la politica sia anzitutto rappresentanza che viene prima del potere ad ogni costo.
Giorgia Meloni ha votato il governo Monti. Ma non vuole votarlo più. Mai più. Lo ha detto a Milano, salutando - credo - quel mondo ex An che ha idolatrato Fini, si e' legato a Berlusconi, ora serve (con sincerità) Alfano.
Sovranità, no al Monti bis e ad una legge elettorale che lo prepara senza annunciarlo, sì a un modello bipolare netto. Che, aggiungiamo noi, va spostato a destra. Su queste cose le Meloni ha cominciato ad esprimersi. Vedremo con maggiore precisione che dirà nei prossimi giorni e che cosa farà sulle regole elettorali. Abbiamo il dovere di valutare. Facciamo politica ed esprimeremo la nostra opinione. Francesco Storace
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