venerdì 12 ottobre 2012
La nostra Europa!
La crisi economico-politica sta mandando in frantumi l’Europa, ed è necessario riflettere sul ruolo che svolge l’Italia all’interno di questo disastro annunciato.
Abbiamo già avuto modo di spiegare il diabolico meccanismo messo in moto dall’Eurocrazia dominante, per stringere ancor di più le catene attorno ai popoli europei.
Quello che stiamo vivendo non è che lo stadio finale: l’instaurazione di governi tecnici il cui compito prevede il dissanguamento finanziario, fino all’accarramento delle briciole, guidato dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale, e l’instaurazione di un “Nuovo Ordine” dominato dall’usurocrazia.
La Finanza, per mano dei tecnocrati, si è impossessata a pieno titolo dell’autonomia di ogni singolo Stato, e naturalmente l’Italia è stata tra le prime a cedere di schianto. Nonostante le finte rassicurazioni del massone Monti e del confratello Draghi, sappiamo che dopo Grecia, Spagna e Portogallo, tra non molto toccherà a noi.
Era prevedibilissimo, vista la storia che ha contraddistinto il nostro sciagurato paese.
Ma come siamo arrivati a questo punto?Il processo è lungo e doloroso, ed il ruolo giocato dalla mediocre indole degli italiani è stato fondamentale. In sostanza, se il cancro ci ha intaccato, principalmente la colpa è di un popolo che non è mai stato popolo.
Da sempre pronti a cambiar bandiera all’occorrenza con un opportunismo indegno, ad accogliere il “liberatore” di turno con grandi inchini e tappeti rossi; avvezzi ai mali della politica e della poca moralità, poco affini alle qualità che nobilitano e vicinissimi a tutto ciò che squalifica, che rende ridicoli agli occhi del mondo.
Il governo Monti, quello della spoliazione totale, è stato salutato con feste di piazza e caroselli, perché arrivato a sostituire la cialtronesca armata berlusconiana, figlia di una non-politica che fa parte della nostra tradizione storica, da più di 60 anni. Si festeggia sempre ciò che viene ritenuto “il male minore”, senza badare alle conseguenze che questo comporta in termini di credibilità e sostanza. Per la serie: “L’importante era cacciare Berlusconi: ora che ci dissanguino pure!Che il libero mercato faccia il suo corso!”. Una sinistra incapace ed arrogante fa finta di avanzare proposte nuove e si propone come alternativa, per poi tornare a galleggiare nella melma stagnante del nulla eterno. Viene da sé, che già si parla di un governo “Monti-bis”, per il “bene del paese”!
La partitocrazia ha fallito, destra e sinistra sono due facce di una stessa sporchissima medaglia. Ma all’italiano medio va bene così: va alle urne e vota ciò che gli viene di volta in volta propinato dai due opposti schieramenti, salvo poi lamentarsi col suo qualunquistico “Sono tutti uguali” .
La chiamano “logica dell’alternanza”, questa farsa continua, che di “logico” non ha nulla. Clientelismi, parassitismo statale, parentopoli, mazzette, malaffari, feste, balli e dilapidamento di denaro pubblico. E poi parlano di “anti-politica” dei cittadini, quando l’anti-politica sono proprio loro. Cosa c’è di “Politico” in tutto quello che fanno?Si è perso il senso del bene comune, e tutto è rivolto all’arraffamento feroce da parte del singolo, partendo da un consigliere comunale fino ad arrivare al ministro di turno. Si spolpano come avvoltoi su un cadavere che va in malora.
Un pantano ci sta sommergendo: come uscirne?
Urge una rivoluzione interiore, non è facile. Un primo passo potrebbe essere quello di rinunciare all’italianità, ai tratti sporchi che ci contraddistinguono come popolo. Non ci sarebbe niente di più sbagliato che chiuderci all’interno di confini, fisici e mentali, rivendicando un becero quanto anacronistico “nazionalismo”.
E’ necessario fare blocco con chi sta condividendo con noi i tristi risvolti di un’epoca buia. Abbiamo in comune molto più di quello che si pensi con gli altri popoli europei che stanno subendo il cappio dell’usura mondialista. E’ con loro che dobbiamo lottare fianco a fianco.
Può sembrare un paradosso, ma questa falsa Europa che ci è stata imposta, può essere combattuta solamente dimostrandosi più Europei. Allo sterile nazionalismo, noi dobbiamo contrapporre il patriottismo: combattere per ciò che è sempre stato nostro, una Patria Europea forte, libera da ogni vincolo, agguerrita e pronta contro i nemici di sempre!
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