martedì 9 ottobre 2012
Avviso ai politici: il mondo è cambiato!
Avviso ai politici: il mondo è cambiato!
Forse non se ne sono accorti, forse non se ne vogliono accorgere, forse l’hanno capito ma preferiscono chiudere gli occhi per la loro incapacità cronica ad assumersi responsabilità e ad affrontare i problemi reali, ma il mondo è cambiato radicalmente e la classe, sedicente politica continua ad affogare nella sua mediocrità ed ignavia.
Continuano a blaterare di legge elettorale, di “porcellum”, di “provincellum”, di “mattarellum” e non si accorgono dei cambiamenti epocali che hanno sconvolto le società mondiali e quella italiana in particolare.
Cianciano ancora di destra e di sinistra, ma se vai a vedere le distinzioni tra la sinistra di oggi e la destra di oggi hai grosse difficoltà a trovarle: i più anziani vivono nel rancore ideologico degli anni che furono, ma che oggi, con la fine di tutte le ideologie (tranne il “mostro” liberista), non ha più ragione di essere. L’unica distinzione reale consiste nella valutazione che si da della famiglia: i sinistri, nella loro impostazione sovversiva, vogliono che sia considerata famiglia anche quella omosessuale, i destri, negli ultimi bagliori di reminiscenza dei valori antichi, considerano famiglia solo quella destinata alla procreazione secondo natura.
Ma sai che gliene frega ai disoccupati, ai licenziati a 50 anni, agli esodati, ai giovani sottopagati e senza prospettiva di lavoro, ai quarantenni costretti ancora a vivere con mammà e papà, agli anziani senza pensione o con la miseria della pensione sociale, ai malati costretti a subire le disfunzioni della sanità nazionale, agli studenti di una scuola pubblica che non forma, non informa e non aiuta ad inserire nel mondo del lavoro, se i froci e le lesbiche debbano o non debbano unirsi in una comunità che si possa chiamare famiglia?
I veri problemi sul tavolo sono altri e vanno individuati nel modello di sviluppo che si vuole impostare: da una parte ci sono i servi dei grossi trust finanziari che vogliono imporre un modello di società come quello “americano”, che tra l’altro sta già fallendo, per cui le nazioni, private del loro alto significato politico, devono ridursi a meccanismi economici che consentano, attraverso l’eliminazione dei ceti medi, ai ricchi di diventare sempre meno numerosi e sempre più ricchi ed ai poveri sempre più numerosi e sempre più poveri, in modo da sfruttare lo stato di necessità per la competizione planetaria con le economie emergenti, soprattutto quelle asiatiche. E Monti è il terminale attuale di questa strategia.
Dall’altra ci sono gli esseri umani che si agitano scompostamente privi di una guida politica, degna di questo nome, che subiscono con rassegnazione quello che sta capitando loro, continuando a dividersi tra una destra che dovrebbe essere portatrice di valori ed esprime i Fiorito ed una sinistra che dovrebbe tutelare lo stato sociale ed esprime i Penati.
Rabbia e rassegnazione dappertutto, e se si manifestano disgusto ed indignazione, nella maggior parte dei casi avviene perché si vorrebbe essere al posto di chi rubando si è accaparrato case, barche, automobili e conti in banca milionari.
Per fortuna ho visto migliaia di giovani e giovanissimi scendere in piazza per una scuola migliore, per un futuro diverso, per una società più equa, contro Monti e la partitocrazia venduta e prezzolata. Spero che queste nuove generazioni sappiano prendere le distanze dal “menefreghismo” dei padri, sappiano mettere
in campo la generosità e l’altruismo proprio dei giovani, comprendano la stupidità di farsi dividere in destra e sinistra, e sappiano apprendere le cose buone che i loro nonni tentarono.
Nel 1968, tanti anni fa, c’eravamo riusciti, destra e sinistra uniti contro le aberrazioni del neo capitalismo e del liberismo emergente, ma qualcuno inventò lo stragismo e reintrodusse la logica degli opposti estremismi ed i risultati li stiamo vivendo nell’alienazione odierna.
Non cadiamo nelle trappole. Creiamo un nuovo ceto politico mettendo insieme l’esperienza di chi ha con coerenza seguito un percorso di difesa sociale per una prospettiva di unità generazionale e le giovani leve in cerca di riferimenti e di nuove prospettive.
Si può fare, si deve fare. ADRIANO TILGHER
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