mercoledì 26 settembre 2012
DIO-PATRIA-FAMIGLIA, dopo il declino, il ritorno alla Tradizione. Il nuovo libro di Marcello Veneziani: Manifesto del Progetto Itaca.
Dio, patria e famiglia sono tramontati. Un declino graduale, lungo la modernità, accelerato nel Novecento, esploso nei nostri anni. Sono stati il fondamento ideale e morale, storico e pratico della vita umana e di ogni civiltà.
Il crollo di un muro, due torri e tre principi è alle origini della nostra epoca. Con il muro di Berlino cadde il comunismo, sorse l'Europa e dilagò la globalizzazione. Con le due Torri gemelle cadde la supremazia inviolata degli Stati Uniti e riemerse la storia dal fanatismo. Ma col declino di religione, patria e famiglia si spegne la civiltà e si ridisegna radicalmente la condizione umana.
Di tale crisi di solito non ci diamo pensiero, ma ne scontiamo gli effetti ogni giorno. Ereditiamo il vuoto e la perdita di questi tre cardini con la stessa naturale passività con cui i nostri padri ereditarono la fede e la loro osservanza.
In queste pagine Marcello Veneziani non esorta a barricarsi tra le rovine, fingendo che nulla sia accaduto, non coltiva illusioni. Ma cerca di capire i motivi della loro caduta, ne osserva l'assenza nel mondo presente, riflette su cosa ci siamo persi e cosa abbiamo guadagnato, cosa c'è al loro posto e da cosa oggi si può ripartire per rifondare la vita. Un viaggio che si dipana tra filosofia ed esperienza individuale, pensieri dell'anima e sguardi sul nostro tempo. L'incontro con Dio, patria e famiglia avviene seguendo un percorso originario e originale.
"Vorrei parlarvi di Dio, patria e famiglia non attraverso i luoghi comuni, quelli più antichi di chi li elogia e quelli più recenti di chi li disprezza.
Non voglio tesserne l'elogio funebre o il necrologio onesto. Io vorrei capire quale molla spinse ad aggrapparsi così a lungo a quei tre cardini, come fu intenso e corposo il loro amalgama uno e trino, quale molla ha poi spinto ad affossarli, e cosa resta ora, oltre il rimpianto e la maledizione della loro ombra.
E intravedere cosa può sorgere oltre la loro presenza e il loro declino."
Il suo pensiero è scandito su quattro punti fermi a cui corrispondono quattro parole chiave:
la filosofia del ritorno, come nostalgia delle origini e ricordo amoroso nella lontananza;
l'amore inquieto per la tradizione, in cui confluisce anche la sua passione di rivoluzionario conservatore;
la preferenza per la comunità rispetto all'individualismo e al nichilismo sociale;
L'amor fati, l'accettazione della vita alla luce sacra del destino.
Il Ritorno è l’espressione chiave del pensiero e dell’opera di Marcello Veneziani. La visione dell’esistenza come un viaggio curioso e tormentato verso l’origine: la vocazione umana non è la stabilità, che riguarda gli dei e le pietre, né il puro andare, che riguarda le macchine e gli automi, ma il tornare, come il maturo ricomporsi della vita con la sua fonte; l’inquietudine del viandante è la nostalgia della Casa. Il ritorno è il filo conduttore letterario e filosofico ma anche sentimentale e perfino civile, di Veneziani. Nella filosofia del ritorno Veneziani ritrova in coerente sequenza i suoi “quattro autori”, Platone e Plotino, Vico e Nietzsche. Teoria e fenomenologia, amore e disperazione del ritorno. E alle spalle la grande letteratura del ritorno, da Omero a Dante, da Leopardi a Proust. Veneziani non ricerca la novità di una teoria originale ma un sapere originario a cui collegarsi, espresso nella sensibilità e nel linguaggio del proprio tempo, pur non racchiudendosi in esso. Egli non pretende di scoprire verità che nessuno finora aveva mai pensato o conosciuto, ma aspira a far tornare in mente un sapere metafisico che giace addormentato e trascurato, dentro e fuori di noi. Il pensiero tornante si sviluppa nella sua opera nel ritorno al passato ancor vivo che chiama Tradizione, connessione comunitaria e senso della continuità selettiva; e nell’apertura al futuro che definisce Amor fati, accoglienza dell’accadere e conversione del divenire nelle braccia dell’essere da cui origina; guidato nel transito dalla sposa invisibile, la metafisica. In questa luce, la letteratura è nostalgia della vita che scorre, la filosofia è teoria del ritorno, la teologia è ritorno all’Uno, la metafisica è senso del destino, come intelligenza della vita e del mondo.
Dio, patria e famiglia servono ancora.
Religione, comunità e "sangue": tre valori su cui si sono fondate le civiltà. Ma che da tempo sono pesantemente in crisi. Eppure più necessari che mai
Il suo pensiero è scandito su quattro punti fermi a cui corrispondono quattro parole chiave:
la filosofia del ritorno, come nostalgia delle origini e ricordo amoroso nella lontananza;
l'amore inquieto per la tradizione, in cui confluisce anche la sua passione di rivoluzionario conservatore;
la preferenza per la comunità rispetto all'individualismo e al nichilismo sociale;
L'amor fati, l'accettazione della vita alla luce sacra del destino.
Il Ritorno è l’espressione chiave del pensiero e dell’opera di Marcello Veneziani. La visione dell’esistenza come un viaggio curioso e tormentato verso l’origine: la vocazione umana non è la stabilità, che riguarda gli dei e le pietre, né il puro andare, che riguarda le macchine e gli automi, ma il tornare, come il maturo ricomporsi della vita con la sua fonte; l’inquietudine del viandante è la nostalgia della Casa. Il ritorno è il filo conduttore letterario e filosofico ma anche sentimentale e perfino civile, di Veneziani. Nella filosofia del ritorno Veneziani ritrova in coerente sequenza i suoi “quattro autori”, Platone e Plotino, Vico e Nietzsche. Teoria e fenomenologia, amore e disperazione del ritorno. E alle spalle la grande letteratura del ritorno, da Omero a Dante, da Leopardi a Proust. Veneziani non ricerca la novità di una teoria originale ma un sapere originario a cui collegarsi, espresso nella sensibilità e nel linguaggio del proprio tempo, pur non racchiudendosi in esso. Egli non pretende di scoprire verità che nessuno finora aveva mai pensato o conosciuto, ma aspira a far tornare in mente un sapere metafisico che giace addormentato e trascurato, dentro e fuori di noi. Il pensiero tornante si sviluppa nella sua opera nel ritorno al passato ancor vivo che chiama Tradizione, connessione comunitaria e senso della continuità selettiva; e nell’apertura al futuro che definisce Amor fati, accoglienza dell’accadere e conversione del divenire nelle braccia dell’essere da cui origina; guidato nel transito dalla sposa invisibile, la metafisica. In questa luce, la letteratura è nostalgia della vita che scorre, la filosofia è teoria del ritorno, la teologia è ritorno all’Uno, la metafisica è senso del destino, come intelligenza della vita e del mondo.
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