venerdì 20 luglio 2012
Storace: Italiani troppo pazienti...
Il nostro è un popolo con molta pazienza, se abbiamo sopportato fino ad oggi tutte quelle misure, come l’aumento dell’Iva, che altrove come in Grecia e Spagna hanno portato a degli scontri in piazza. Questo significa che c’è un’organizzazione sociale che tiene, visto che ancora non diciamo nulla sull’Imu, la tassa sulla casa che è stata inserita nel pacchetto del governo per risanare i nostri conti, ma che nessuno dice che verrà tolta.
Purtroppo, si riscontra una distanza enorme da parte di chi governa e la realtà di ogni giorno, con il professor Monti che finisce per imporci la cosiddetta spending review, che altro non è se non un massacro sociale.
Se la politica si avvita sulla discussione sulla legge elettorale, per capire come rientrare in Parlamento alle prossime elezioni e tenere fuori quelli che non ci stanno, e si dimentica dei problemi sociali, si offre uno spettacolo indecoroso ai cittadini.
In Italia c’è un esecutivo che non ha votato nessuno, che ha commissariato la democrazia in questo paese, e che non è interlocutore di nessuno. Prima lo spread era colpa del governo, ora è colpa di chi lo critica. Questi professori non si assumono le proprie responsabilità. Siamo sicuri che questa avventura che ci lega all’Europa debba durare in eternità? C’è un’Italia in cui chi prima campava con due milioni di lire, oggi fa la fame con mille euro, e quando si parla di tagli agli sprechi e di spending review dobbiamo tenere conto che mandare a casa il 10% di dipendenti pubblici significa parlare di 350mila persone, ovvero mandare sul lastrico centinaia di migliaia di famiglie.
Una via d’uscita da questa situazione sarebbe la possibilità di tornare a stampare moneta, rimettere soldi nelle tasche della gente, almeno fino a che l’Europa non sarà diventato uno stato, e la moneta finirà di essere un affare delle banche. Si deve cambiare registro e puntare sulla sovranità, su chi decide: finora hanno deciso le banche e questo mostro chiamato Europa e Bce: ovvero banchieri privati.
D’altronde, la moneta deve essere espressione dello stato, altrimenti gli istituti di credito diventano padroni della nostra vita, e succede quello che è successo in Spagna, in Grecia e ora da noi: ci impongono di rientrare dal debito subito; ma chi sono le banche per decidere il futuro dei nostri popoli?
Dobbiamo restituire il giusto valore alla rappresentanza e dare così una speranza di cambiamento alle persone: perché non possiamo scambiare tutto quello che è promessa con demagogia e populismo. La demagogia è quella di chi dice che l’Europa comanda e noi dobbiamo eseguire. L’Europa siamo noi, e se questa Europa non mi piace io voglio poterlo dire, voglio poter dire che se ne devono andare loro.
Io voglio restarci in Europa, ma non da ospite.
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