mercoledì 25 luglio 2012
Giuliano Castellino sul Progetto Itaca
L'autocritica di Castellino: così abbiamo perso la verginità. Ripartire da zero, altro che Itaca
7/24/2012 02:07:00 PM castellino attivisti augustus delle chiaie tilgher di luia boccacci itaca autocritic base autonoma 16 commenti
(umt) Ho decisamente sottovalutato il meeting organizzato una decina di giorni fa all'Augustus occupato dagli Attivisti di Giuliano Castellino. E invece si è espressa per la prima volta in maniera chiara l'esistenza sulla piazza romana di una rete di prossimità che rompe l'attuale dualismo della Destra radicale. Perché sul palco si sono alternati militanti di quattro diverse generazioni: e cioè di chi ha cominciato a fare politica negli anni '50 (Delle Chiaie: al centro con Castellino e in basso con Tilgher e Di Luia), negli anni '60 (Di Luia e Tilgher: per la prima volta insieme, in un evento pubblico, con il Capo, dopo tanto tempo), negli anni '70 (Boccacci: l'avevo già incontrato alla presentazione del libro di Delle Chiaie, ma stavolta - vedi la foto in alto - ha preso anche la parola, ricucendo un lungo strappo con quello che era stato a lungo il suo pupillo) e negli anni '90 (Castellino).
Per l'occasione gli organizzatori della serata hanno offerto un lungo contributo, che traccia un percorso di ritorno alle origini, radicali e militanti. Con una durissima autocritica sulla perdita della verginità. Altro che Itaca.
LA SCELTA: MARCIARE SUL FUTURO!
Documento Politico, Roma, Augustus Attivo, Luglio 2012.
Distribuito alla Festa “Apriamo le porte ai ribelli”:
Iniziativa a sostegno dell’occupazione.
In molti, in questi giorni, avranno letto l’appello “Tornare ad Itaca” lanciato da Marcello Veneziani sulle pagine de “Il Secolo d’Italia”; appello per un nuovo, direi ennesimo, viaggio, per un’altra traversata. In molti hanno risposto positivamente, anche con grande entusiasmo.
Noi, prima di rispondere all’appello, ci siamo posti delle domande: “Quale sarebbe l’Itaca di cui parla Veneziani? Il MSI di Michelini ed Almirante? L’Alleanza Nazionale di Fini e dei colonnelli? La destra “neo-con” made in Usa? O quella delle missioni in Iraq e delle bombe intelligenti in Afghanistan? O delle esportazioni di democrazia? O quella che strizzava e strizza l’occhio alla destra liberal-liberista di stampo anglo-sassone?”
Ci siamo dati anche le risposte e per questo diciamo subito che noi NON ANDREMO AD ITACA.
Questi viaggi hanno sempre una sola meta: le poltrone, e in questo caso ricompattare gli scarti di An per riposizionarsi nella stanza dei bottoni!
Stavolta non ci stiamo. Non partiamo. Ormai, a furia di navigare, ci è venuto il mal di mare.
Potremmo - facendo i vaghi e facendo finta di nulla - parlare - e lo potremmo fare con ottima cognizione di causa - di tutti gli altri, delle loro scivolate, dei loro compromessi, delle loro furberie, della ventata di megalomania che li ha presi, ma non lo faremo, sarebbe troppo superficiale e poco onesto! Parleremo di NOI STESSI, SENZA SCONTI!
Tenendo bene a mente che nessuno, quindi neanche noi, può riconquistare la verginità perduta. E con umiltà ed in totale assenza di tracotanza vi diciamo subito che non siamo più vergini! (E purtroppo non c’è ironia!)
Sognavamo di essere guerrieri metropolitani, spesso abbiamo preferito la lotta al compromesso, ci eravamo tenuti ben lontani dal politichese e dal politicume: ci sentivamo belli come il sole…
Poi? Poi ci siamo smarriti.
Abbiamo perso la battaglia più importante, quella con noi stessi, quella contro l’anello del potere: ci siamo trovati davanti a due strade, una che sembra semplice e in discesa, l’altra tortuosa ed in salita. Abbiamo scelto la prima! E ci siamo schiantati, ci siamo ritrovati tra i nani, tra i piccoli, mentre una volta sognavamo di scalare le vette più alte e di volare là dove solo le Aquile osano!
Questo non si può cancellare con un colpo di spugna.
Alcuni nostri amici e camerati, più saggi e prudenti di noi, più rigorosi sul piano intellettuale, ci avevano invitato a diffidare e a non farci troppe illusioni.
Purtroppo non li abbiamo ascoltati. Avevano ragione loro.
Ma combattere è un destino e in sè la vita è guerra e noi non vogliamo certo rinunciare né al nostro destino né alla nostra guerra. Abbiamo perso delle battaglie, ma la guerra è lunga!
A Roma diciamo “ciò che non strozza ingrassa”, in un italiano più corretto e comprensibile “ciò che non ci uccide rende più forti!”
Ma con altrettanta franchezza dobbiamo avere il coraggio e l’umiltà di affermare:
AVEVAMO TORTO! Le sirene ci avevano incantato.
Così come non dobbiamo fingere miserabili amnesie, altrimenti il “mea culpa” sarebbe falso!
Ci sono tanti modi di perdere la verginità, cari camerati.
Per amore, per passione, per paura, per tornaconto, per leggerezza, per avidità, per ebbrezza o per qualche stato di coscienza alterata, per vanità, per desiderio carnale, per gioco, per curiosità, per illusione, per violenza propria, per violenza altrui.
Ma l’essenza non cambia: non possiamo più far finta di essere innocenti e casti.
Ecco perché stavolta non partiremo: faremo tabula rasa degli ultimi quattro anni e cercheremo con ogni mezzo di RIALLACCIARCI ALLA LUNGA CATENA da cui c’eravamo staccati per MARCIARE SUL FUTURO!
Avendo una visione classica e romana della vita, della morte, del mondo e del destino, crediamo che la perdita di verginità possa portare anche maturità e trasformare un adolescente in un uomo ed una ragazza in una madre!
Crediamo che non tutto ciò che dorme sia morto, la storia ce lo insegna.
Sappiamo benissimo che ora sono le tenebre a vincere, che tutto sembra buio, ma altrettanto bene sappiamo che “con l’arrivo della sera lentamente il sole muore, ma rinasce ogni mattina liberando il suo calore! E noi vogliamo ancora inseguire un’emozione, lasciarci portare via, abbracciare titanismi di altri tempi che si tingono di poesia. E quella rabbia troppo a lungo soffocata, col sorriso scaglierà fin sopra il cielo il nostro animo impazzito!”
ECCO PERCHE’ NON ANDREMO AD ITACA!
(Poi più che un’Odissea questa nuova avventura ci sembra una crociera mediterranea con a bordo nani e ballerine…)
Vogliamo tornare ad essere ciò che siamo!
Una Comunità umana e militante in primis, un esercito senza galloni né divise, una banda di scalcagnati, un manipolo di disperati, viandanti dei marciapiedi, bravi ragazzi dai sani principi, un movimento di ribelli.
Magari con l’aiuto di un mondo: con l’esempio umano, comunitario, organizzativo e attivistico degli avanguardisti; con il dolore ed il sacrificio di chi ha lottato e caro ha pagato tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80.
Con la passione di chi, dopo gli anni duri della repressione, senza paura, si rimise in gioco, penso al Movimento Politico, a Maurizio, ai fantastici ragazzi di via Domodossola. Magari rispolverando anche le nostre buone esperienze: la libreria Laboratorio d’Idee, Base Autonoma, la Fiamma, Casa Italia…
Ripartire da quegli esempi e soprattutto da quello spirito, perché solo con quello spirito si vince la sfida decisa con noi stessi!
Il mondo continua e continuerà a bruciare!
Il dominio liberista continua a strangolare senza pietà popoli e nazioni, la giustizia sociale è diventata un miraggio, la terra dei padri è preda di clandestini e speculatori provenienti da ogni angolo del mondo: i primi ci invadono, i secondi ci saccheggiano.
PER QUESTO NON VOGLIAMO, NON DOBBIAMO E NON POSSIAMO SOCCOMBERE SOTTO LE NOSTRE SCONFITTE ED I NOSTRI ERRORI, MA COME UNA FENICE DOBBIAMO RIGENERARCI E RINASCERE!
Nei viaggi non ci crediamo più. Ne abbiamo fatti fin troppi!
E come vogliamo essere severissimi con noi stessi, allo stesso tempo, con la stessa rigidità, non vogliamo più essere complici di chi sta bruciando la nostra terra e la sta svendendo ad una “banda di usurai” insaziabili.
RICOMINCEREMO DA ZERO! Una volta per tutte. UNENDO CIO’ CHE E’ DIVISO!
Riunendo TUTTI quelli che vogliono ancora mettersi in gioco, che vogliono donarsi, che vogliono sostenerci, che vogliono dimostrare davvero che un’altra vita è possibile!
Non andremo a cercare gruppi o movimenti, con i nostri “colleghi” basterebbe tornare al rispetto reciproco e rigettare ogni polemica e ogni logica tribale, ma a ri-attivare quei tantissimi camerati isolati, sparsi, disorientati, senza più una casa, che attendono solo lo squillo del corno per tornare a lottare! Senza sterili ed inutili concorrenze. Lontani da veleni e vizi di superbia.
Non servono idee nuove, quelle ce le hanno tramandate e sono sempre attualissime, servono uomini nuovi.
PER NOI E’ GIUNTO IL MOMENTO DI FERMARCI.
Piantare bene le radici, avere tanta pazienza ed tornare a costruire, passo dopo passo. Passi pesanti e lenti, ma inesorabili. Magari proprio dall’Augustus occupato, dall’Augustus Attivo. Occupanti e barricati, come i vecchi tempi.
Giustamente qualcuno potrebbe accusarci e dirci: “e vi svegliate ora?”
Si, ci svegliamo ora ed oggi (o meglio da quando Monti è salito a Palazzo Chigi!).
E non cerchiamo giustificazioni.
Per noi sarà sempre un monito quella stupenda canzone della Compagnia che dice: “(…) Cambian le facce signori, gira la ruota del tempo, ma la mia vecchia canzone si alza ancora nel vento. Stiamo buttando alle ortiche per inseguire il potere la nostra Fede più antica e le ragioni più vere (…) C’hanno detto "Ragazzi qualcuno si era sbagliato adesso tutto cambia, viva il libero mercato". Ma c'è qualcosa che stona in questo ragionamento, qualcosa che non perdona, qualcosa che resta nel vento. Saranno le voci di molti, che c’hanno già lasciato e non mi pare che siano morti gridando Viva il libero mercato! (...)”
Canzone che ci farà sempre ricordare le nostre cadute!
Ma anche che “grande non è chi non cade, ma chi cade e si rialza!”
Così come sappiamo benissimo di essere sembrati o di essere stati schizzofrenici, incostanti, incoerenti, ma nonostante tutto NOI SIAMO ANCORA QUA!
Affissione dopo affissione, volantinaggio dopo volantinaggio…
Blitz dopo blitz. Con decine di denunce alle spalle. Con sgomberi ed arresti subiti (anche quando ce “la facevamo” con chi stava nelle stanze dei bottoni…).
Molti se ne sono andati. Chi sbattendo la porta, moltissimi altri alla chetichella e a testa bassa. Altri, al rischio di sbagliare, hanno preferito non giocare la partita!
A noi sembra troppo facile dire “non me la sento più”, “troppi tradimenti!”, “è tutto finito”, “quello ha sbagliato con me”, “Tizio non è bravo”, “Caio mi ha deluso”, “Abbiamo sbagliato tutto!”, “Un’altra cantonata!”… Un lamentio continuo.
Come se chi è rimasto non abbia mai preso o dato cantonate.
E spesso fa più male sbagliare che subire lo sbaglio!
Insomma come cantano gli Junker: “Cala il sipario, si spengono le luci, quando si fa notte si abbassano le voci! Qualcuno si è smarrito, qualcuno ha rinunciato il senso della vita forse dimenticato!” “Poi all'improvviso tutto si confonde, la gente si disperde nel manto delle ombre. Sul nuovo palcoscenico sfilano in tanti, filosofi inventati che sorridono ai mercanti. E nell'agitazione, la paura dell’ignoto come un grido disperato che precipita nel vuoto. Tra gli sguardi e l’ironia che nascondono sgomento, ricercare uno spiraglio per salvare un sentimento!”
Per tutto questo non saliamo su quella nave diretta ad Itaca, perché troppe volte cavalcare le onde è significato esserne travolti. Ora è il momento di tutt’altro.
Non servono né navigazioni né ricerche, ognuno di noi sa benissimo dove risiede la verità. Oggi è solo il momento della SCELTA.
Ed ecco la nostra: Noi scegliamo di azzerarci, di annullarci per ripartire immediatamente. Ma stavolta partendo dalle fondamenta, non dal tetto!
Con la runa Kano, runa della fiaccola, del fuoco, della luce, della trasformazione; torcia che risplende nel buio della notte, che vince l’oscurità e rischiara le tenebre, che individua e risolve ogni lato oscuro. E con un martello per difenderci, da tutto e tutti e soprattutto per costruire!Un martello da portare in battaglia e scagliarlo verso le stelle… FACCIA AL SOLE E IN CULO AL MONDO!
Scegliendo un marchio di fabbrica che non perderà mai significato!
Perché è quello che eravamo e quello che vogliamo tornare ad essere: ATTIVISTI!
Ma non solo nel termine di militanti, ma di coloro che vogliono riattivare una macchina spenta per troppo tempo. Riattivare forze, speranze, energie, solarità, goliardia, gioia e lotte!
Con la consapevolezza che solo nelle strade, nelle piazze, nelle occupazione, nei turni, nelle mobilitazioni e nella militanza quotidiana si misurano le forze. Che una dottrina si legittima nell’attivismo e l’attivismo degli attivisti forgia la dottrina elevandola a virtù!
Chiudiamo rifacendoci (e modificando) ad un vecchio volantino di Avanguardia:
“NON VOGLIAMO CHE I NOSTRI GIORNI SI SOMIGLINO TUTTI,
SCANDITI SOLTANTO DA UNA NOIA CHE NEMMENO GIUNGE A FERIRCI!
CHE GLI ANNI SI SOMIGLINO AGLI ANNI!
CHE INVECCHIANDO TRASMETTIAMO IL NOSTRO UMORE ACIDO ALLE NOSTRE DONNE ED AI FIGLI.
NON VOGLIAMO SCOMPARIRE DAL MONDO SENZA CHE NESSUNO SE NE ACCORGA.
ANZI, VOGLIO RIDERE SULLE TOMBE DEGLI IMBECILLI.
E GIURARE SULLE LORO TOMBE DI NON FINIRE COME LORO,
DI NON ABBANDONARE MAI I SOGNI CHE CI FANNO GIOVANI,
NE’ GLI IDEALI CHE CI FANNO LIBERI,
IN RICCHEZZA E IN POVERTA’ FINCHE’ MORTE NON SOPRAGGIUNGA. AMEN”.
gli ATTIVISTI
"M.ND.S.P.I."
RispondiElimina(Movimento NazionalDemocratico Socialista del Popolo Italiano)
"F.U.L."
(Fronte Unitario dei Lavoratori)
Il nostro Movimento politico, al momento dalle connotazioni locali, nato a Bologna dal primo Gennaio di questo stesso anno, muove i suoi passi per il progetto nazional-rivoluzionario, identificandoci nell' idea opera d' intrapresa, del "Socialismo nazionale".
Il nostro impegno è quotidiano, cresciamo giorno dopo giorno, creando contatti, soprattutto con cittadini ormai stanchi, delusi, arrabbiati, per lo stato di cose vigenti. Fa sicuramente piacere, constatare che in Italia persone della Vostra grande esperienza politica, tentano di portare avanti l' unificazione, nei fatti, di coloro che si riconoscono nel formidabile progetto politico, sociale ed economico della "terza via". A molti di Noi, non piace molto l' idea della definizione politica, "Destra", poichè non ci riconosciamo con tutto ciò che ha rappresentato e rappresenta, vecchi modi e metodi di concepire la politica, soprattutto quando ci si muove per una vera e propria "rivoluzione sociale e nazionale", la quale dovrebbe essere omnicomprensiva, quindi totale e totalizzante. Definirsi di destra è di per se limitativo, quando in realtà Noi siamo e ci identifichiamo nell' Italia, nell' Italianità nel suo complesso.
Naturalmente questa mia presente, non vuole essere una critica o una presa di posizione categorica, solo un' intervento personale per poter esprimere una mia modestissima opinione. Anche se non ci conosciamo, soprattutto personalmente, volevo esprimere tutta la mia solidarietà a chi in questo martoriato paese, tenta di unificare, compattare, movimenti e/o partiti politici, di matrice, "Nazional-Popolare", che da sempre, per varie ragioni, spesso incomprensibili, si sono divisi soprattutto nell' organizzazione più che in vere e proprie tematiche ideali e ideologiche.
Molti Camerati, negli anni, hanno dato spiegazioni diverse, diversificate, sulla mancata unità movimentistica, imputando tutte le responsabilità politico-organizzative, a coloro i quali, più presi da posizione d' accomodamento personalistico che nell' interesse generale dei "principi e dei nostri comuni ideali" hanno finito con il ridurre drasticamente la militanza stessa.
In ogni caso in bocca al lupo, e nel caso passiate da Bologna, oppure organizzate qualche evento qui nella mia terra, EmiliaRomagna, ci piacerebbe fare la Vostra diretta conoscenza e se a Voi sta bene, successivamente, poter collaborare.
Segretario Federale
Mario Guido
nazionaldemocratici.blogspot.com
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