giovedì 5 aprile 2012
"Povera Italia? Poveri ma non fessi"...
POVERA ITALIA, ITALIA POVERA…
31mar2012
E’ un paese in difficoltà il nostro, e lo sapevamo. Ma quando arrivano impietosi i numeri a certificarlo, allora la nostra consapevolezza assume un altro valore, più drammatico.
L’Istat ha reso note le medie delle denunce dei redditi degli italiani, che sono pari a 19.250 euro annui. Sono le dichiarazioni 2011 su anno di imposta 2010, quindi in due anni di crisi che ancora non avevano visto il culmine del 2011-2012. Il che lascia molte preoccupazioni sui numeri futuri.
Fin qui la media degli italiani. Ma c’è un dato più allarmante: ben la metà dei nostri connazionali vive con uno stipendio sotto i 15.000 euro, e un terzo sotto i 10mila. E stiamo parlano di retribuzioni lorde. Ciò significa che, seppure con i dovuti distinguo sulle tassazioni, intere famiglie magari monoreddito vivono con mille euro o poco più al mese, e molte con ancora meno soldi.
E’ la fotografia di una paese malato sul quale si è abbattuto, sciagura su sciagura, un governo che consapevole di queste cifre (sono tecnici, volete che non le sappiano..?) decide di aumentare le tasse sui cittadini.
Lo hanno fatto con l’Irpef regionale, l’Imu dei comuni, l’accise della benzina, a breve l’Iva. Non contenti, i professori della Bocconi che sono al governo preparano la stangata di primavera: come pesce d’aprile, dal 1 del prossimo mese impongono aumenti sull’energia, con le tariffe del gas che saliranno dell’1,8% e quelle dell’energia elettrica del 5,8%.
Sono dei folli. Non capiscono che un Paese in crisi economica, in recessione come ci dicono, non può aumentare in questo modo i costi per le famiglie, perché ne consegue un blocco dei consumi e una crescita che non si verificherà mai.
Ma ai nostri attuali governanti interessa solo presentarsi in Europa dai loro colleghi banchieri e garantire che il popolo capirà i sacrifici imposti, che la credibilità sta tornando. Tanto a fine mese con le migliaia di euro che guadagnano non hanno certamente problemi ad arrivarci.
Se ciò non bastasse, però, dobbiamo anche sorbirci il teatrino dei costi della politica, con i presunti tagli che riducono “solo” a dieci anni i benefit degli ex presidenti delle Camere. Come se dieci anni di privilegi, ulteriori rispetto a quelli a cui già hanno diritto, fossero una bazzecola. E tralascio la patetica polemica di certi che si sentono defraudati di fronte a questi tagli, definendoli forcaioli, o di qualcuno evidentemente con le spalle coperte che si immola proponendo di rinunciarvi già da ora.
Non vedono, i signori del palazzo, che ogni giorno ci sono scene tragiche nel nostro paese, imprenditori o dipendenti che si suicidano con gesti clamorosi perché non solo afflitti dai debiti che non riescono a pagare, ma dai crediti che non riescono a riscuotere.
Sono intollerabili demagogia e fumo negli occhi degli italiani. Che però gli occhi li hanno aperti.
Poveri sì, ma fessi no.
FRANCESCO STORACE
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