lunedì 2 aprile 2012
DESTRA NO-GLOBAL e NO-DEBITO
OCCUPYAMO PIAZZA AFFARI
MILANO, SABATO 31 MARZO 2012-04-02
CRISI: ESTREMA DESTRA, ANCHE NOI NEL CORTEO 'OCCUPY MILANO'
17:02 30 MAR 2012 - (AGI)
Milano, 30 mar. - "Non volevamo che fosse pubblicizzata, anche perche' non sappiamo quanto sia gradita la nostra presenza, ma e' una battaglia giusta e vogliamo sostenerla". Risponde cosi' all'Agi, Roberto Jonghi Lavarini, esponente dell'estrema destra milanese, riguardo alla presenza di diverse sigle di estrema destra, domani in piazza nella manifestazione OccupyMilano, organizzata da movimenti e centri sociali, che vedra' anche la presenza di sindacati. "Andremo senza segni di riconoscimento per evitare frizioni - ha proseguito Lavarini - ne' bandiere, ne' vessilli storici della destra. Al massimo porteremo dei tricolori". Riguardo alle motivazioni della manifestazione Lavarini aggiunge: "Le tematiche della sovranita' monetaria e dei guai causati dell'alta finanza sono sempre state nostre oltre che della sinistra. Domani saremo tutti insieme. Sono finiti gli schieramenti ideologici, le battaglie se sono giuste vanno fatte insieme". Le sigle di estrema destra che hanno annunciato la loro presenza in piazza sono: Destra per Milano, Destra sociale, Progetto nazionale e Unione patriottica. Saranno presenti anche esponenti del sindacato Ugl. (AGI) Apa
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Italia, Occupyamo Piazza Affari con la destra radicale
30 marzo 2012
Occupyamo Piazza Affari…con la destra radicale. Insieme con sindacati, partiti di sinistra e centri sociali, infatti, per la manifestazione di domani è prevista anche una massiccia rappresentanza di movimenti di estrema destra, capeggiata dal ‘barone nero’ Roberto Jonghi Lavarini. Tra le sigle che hanno annunciato la loro presenza: Destra per Milano, Destra Sociale, Progetto Nazionale, Unione Patriottica, Ugl, La Destra e Fiamma Tricolore. “Rossi” e “neri” insieme in corteo fianco a fianco contro la finanza internazionale? Oppure giornata di violenti scontri?
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LA REPUBBLICA - CRONACA
Protesta contro il governo
Milano blinda Piazza Affari
In corteo dalle 14 i No Debito di Cremaschi, i No Tav, Rifondazione comunista e anche
alcuni gruppi di destra. Fra le adesioni ci sono quelle di Moni Ovadia e Gianni Vattimo
di ILARIA CARRA
La sede della Borsa con il 'Dito' di Maurizio Cattelan
Contro la crisi. E contro «le misure lacrime e sangue e la macelleria sociale del governo MontiBce». È dal sindacalismo di base, dalla sinistra alternativa, dai movimenti “no debito” e dagli antagonisti dei centri sociali che nasce “Occupyamo Piazza Affari”, la manifestazione nazionale prevista oggi a Milano nella piazza «simbolo della finanza e del capitalismo». Il centro sarà quindi blindato. Una protesta contro le politiche e le riforme del governo Monti, per il no alla Tav e alle modifiche dell’articolo 18. La mobilitazione ingloba varie tematiche. E una miriade di sigle di associazioni, alcune tra gli organizzatori della manifestazione dello scorso ottobre a Roma, guastata anche da episodi di guerriglia. Motivo per cui l’appuntamento desta non poca apprensione tra le forze dell’ordine, che presidieranno massicciamente la marcia e la stessa piazza Affari. Partenza alle 14 da piazzale Medaglie d’Oro, corteo lungo corso di Porta Romana, via Santa Sofia, Molino delle Armi, via De Amicis, via Torino, via Cordusio, fino alla Borsa. «Bisogna creare uno spazio politico alternativo, fondato su radici sociali reali e notevoli — commenta il leader del coordinamento No Debito, Giorgio Cremaschi — un’alternativa rispetto a questo modello di potere, al contrario delle illusioni del Pd o di Vendola». In piazza anche Rifondazione Comunista «contro il governo Monti, lo strapotere delle banche e degli speculatori», attacca il segretario nazionale Paolo Ferrero. In piazza sono annunciati anche personaggi della cultura, da Moni Ovadia a Gianni Vattimo. Vittorio Agnoletto, già esponente del movimento dei social forum, apre poi le porte a quelle formazioni che «per ora non hanno ritenuto di aderire ufficialmente, pur sapendo che molti dei loro iscritti non vedono l’ora di mandare a casa Monti». Promette poi di esserci, all’evento, anche la destra. Destra per Milano, Destra sociale, Progetto nazionale e Unione patriottica, oltre al sindacato Ugl, sono le sigle che alla vigilia hanno detto sì. «Una battaglia che vogliamo sostenere — spiega Roberto Jonghi Lavarini, esponente dell’estrema destra milanese — Andremo senza segni di riconoscimento per evitare frizioni, al massimo porteremo dei tricolori. Sono finiti gli schieramenti ideologici: se giuste, le battaglie vanno fatte insieme».
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IL GIORNO – QUOTIDIANO NAZIONALE (31 MARZO 2012)
"Occupyamo Piazza Affari", in migliaia alla manifestazione Fiamme all'ingresso di una banca Persone da tutta Italia: Napoli, Torino, Padova e Venezia. Prima un lungo corteo, negozi chiusi per sicurezza e macerie davanti ad alcune banche. Momenti di tensione tra No-Tav e forze dell'ordine
Manifestazione per le vie di Milano (NewPress)
Milano, 31 marzo 2012 - Piazza Affari, piazza Cordusio e via Orefici: il cuore finanziario di Milano è occupato dalle migliaia di manifestanti che hanno appena concluso di sfilare per il centro cittadino per protestare contro il debito e la crisi finanziaria internazionale. Il corteo 'Occupyamo Piazza Affari' era partito verso le 15 da piazza Medaglie d'Oro. Un elicottero della polizia e alcuni reparti antisommossa vigilano sulla manifestazione che per il momento, salvo un po' di tensione e il danneggiamento delle vetrine di una banca, si sta svolgendo senza grandi problemi. Molti gli slogan contro ''il governo Monti-Napolitano'' e per la liberazione ''dei compagni arrestati in Val di Susa''. Tante le bandiere dei sindacati di base, dei partiti extraparlamentari e dei movimenti No-Tav. Dal camion da cui è stata diffusa musica durante tutto il percorso nel centro della città, si stanno alternando dichiarazioni di esponenti politici e sindacali. Alla protesta stanno prendendo parte anche studenti, pensionati, militanti dei centri sociali e alcuni genitori con i bambini al seguito. TENSIONE NO-TAV CON FORZE DELL'ORDINE - Attimi di tensione in via Torino, lungo il percorso del corteo, tra alcuni agenti in borghese e un gruppo di manifestanti che brandiva bandiere dei No-Tav. Infastiditi dalla 'eccessiva vicinanza', secondo i No-Tav, degli agenti che a fianco del corteo vigilavano sulla situazione, un gruppo di una cinquantina di persone ha cominciato a inveire contro di loro mettendoli in un angolo e pretendendo che si allontanassero. Tra gli agenti e i No-Tav, dopo alcuni attimi di tensione, si e' parlato e la situazione e' per il momento rientrata. BANCHE NEL MIRINO - Proprio quando il corteo stava finendo di arrivare davanti a Palazzo Mezzanotte, in una piazza degli Affari completamente gremita, un gruppo di giovani ha fatto l'ennesimo blitz contro le banche. Questa volta gli antagonisti milanesi hanno rovesciato davanti all'ingresso della filiale Unicredit di piazza Cordusio alcuni sacchetti di macerie e detriti, poi hanno tracciato la scritta "Monti boia" sulla vetrina, dove hanno attaccato anche una maxibanconota con il volto di Draghi e la cifra del debito pubblico italiano. Ci sono stati attimi di tensione quando un cordone di carabinieri in assetto antisommossa si è schierato davanti alla banca, poi la situazione è tornata alla normalità. Poco prima, alcuni manifestanti hanno appiccato il fuoco alla porta d'ingresso della filiale Unicredit in largo Crocetta a Milano. A prendere fuoco della colla utilizzata per attaccare delle tavole di legno sulla porta. Le fiamme hanno annerito i vetri, sopra i quali sono state scritti degli slogan contro Monti. Le fiamme sono state spente da alcuni agenti della Digos. Pochi metri più avanti gli antagonisti hanno alzato un piccolo muretto con mattoni e cemento davanti all'ingresso della filiale della Bnl: "Abbiamo chiuso simbolicamente questa banca" ha detto un manifestante dal megafono. NEGOZI CHIUSI - Hanno chiuso i battenti i negozi in via Molino delle armi a Milano, sul percorso del corteo, il primo autoconvocato dai movimenti dopo il 15 ottobre scorso, partito da piazza Medaglie d'oro e diretto a piazza Affari. Le saracinesche sono rimaste abbassate forse per timore di disordini nella manifestazione. BLOCCATO PULLMAN DA NAPOLI - Un giovane manifestante che stava arrivando a Milano per uno dei cortei previsti oggi da parte degli 'indignati', è stato denunciato dalla polizia perchè trovato in possesso di una mazza e di un passamontagna. Il pullman è stato controllato dalla Digos al casello di Melegnano, sulla A/1. Trasportava manifestanti tutti provenienti da Napoli ma non appartenenti a una specifica organizzazione. Sul pullman la polizia ha trovato altre mazze il cui possesso, pero', non e' stato attribuito a nessun giovane in particolare. I TEMI DELLA PROTESTA - Le parole d'ordine riguardano la difesa dei beni comuni pubblici, dello stato sociale, dei diritti civili, la riforma del mercato del lavoro e la messa in discussione dell'articolo 18. Oltre, naturalmente, all'opposizione contro il progetto dell'Alta velocità in Val Susa. Presente anche una piccola delegazione di operai sardi proveniente da Carbonia. Tra i tanti striscioni presenti ce n'è anche uno con il volto di Karl Marx affiancato dalla scritta "Ecco il nostro modello tedesco". Tra i manifestanti c'è anche il segretario del Partito comunista dei lavoratori, Marco Ferrando. Lo slogan più scandito è "giù le mani dalla Val Susa" e "libertà per i compagni arrestati". Nel corteo ci sono anche i lavoratori dell'Alcoa, della ex Wagon-Lits e di altre fabbriche in lotta. Sul corteo, che si concluderà in piazza Affari, vigila un imponente schieramento delle forze dell'ordine con l'ausilio anche di un elicottero della Polizia. Oltre al normale svolgimento della manifestazioni, le forze dell'ordine hanno anche un pensiero in piu': la partecipazione annunciata di movimenti ed esponenti di estrema destra milanese, che venerdì hanno dato per certa la loro presenza in piazza. "Saremo in corteo perche' condividiamo la battaglia contro le banche - ha fatto sapere Roberto Jonghi Lavarini, leader dell'estrema destra lombarda - ma non porteremo nostri simboli, striscioni o sigle per non evitare frizioni". Ma la notizia ha già fatto il giro sui siti di movimenti di sinistra. Su uno di questi, Indymedia.org, si legge: "I fascisti tentano di porsi come referente e di infiltrarsi nei movimenti di protesta. Non avranno spazio".
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In corteo con Fiom e No Tav anche i fascisti. Prove di convergenza?
Alessandro Da Rold
L'idea è dell'Ugl, sindacato di destra Perché non invitare «i camerati» al corteo della Fiom e dei No Tav di Milano? Così in piazza Affari al fianco di Cremaschi e Diliberto ci saranno pure i «fascisti» della Destra Sociale o di Fiamma Tricolore, tra cui Remo Casagrande, detto anche «il Boia di Quarto Oggiaro».
POLITICA
31 marzo 2012 - 09:49
Questa volta non si tratta di una provocazione politica. Di quando la sinistra va in piazza e viene etichettata da commentatori o da rivali come «fascista», per scontri o intolleranze contro le forze dell’ordine. Questa volta, in corteo con la Fiom e i No Tav a Milano contro il governo di Mario Monti, i fascisti ci saranno davvero. Quelli veri. Duri e puri. Nostalgici del Duce Benito Mussolini. Che tra loro si chiamano «camerati» e che non si stringono la mano quando si salutano: l’ultima volta manifestarono contro banche e professori con celtiche, bandiere e saluti romani. Un gruppo di circa 300 persone è stato invitato infatti dai sindacati a portare un contributo a Occupyamopiazzaffari, quella che Giorgio Cremaschi ha definito «la prima vera manifestazione contro Monti e il suo governo». I partecipanti assicurano che ci andranno in forma privata, quasi camuffati, per evitare «provocazioni inutili». Ma il rischio che fette della sinistra extraparlametare milanese possano entrare in contatto con frange di destra è comunque alto. «Tra rivali ci si riconosce facilmente», spiega uno di loro. Il corteo è stato indetto dal comitato No Debito e hanno aderito tutte le forze di centrosinistra e sinistra, tranne il Partito Democratico, Sel e Italia dei Valori.
L’invito ai manifestanti di destra nasce da un'idea di uno dei capi metalmeccanici dell’Ugl, sindacato che nell’ambiente viene anche definito «la Fiom fascista». Così come annunciano con un comunicato, oggi al fianco di Oliviero Diliberto (Pdci) ci saranno «il comitato Destra per Milano, Destra Sociale, Progetto Nazionale e Unione Patriottica in maniera ufficiale ma anche dirigenti sindacali della Ugl (Unione Generale del Lavoro) e tanti simpatizzanti di altre sigle (come La Destra di Storace e la Fiamma Tricolore ) ed anche semplici elettori (od ex elettori) del Pdl, rigorosamente senza bandiere e simboli di partito (per non urtare la sensibilità degli organizzatori e non creare inutili e controproducenti tensioni)».
Del resto, la destra in milanese in piazza c'è già stata il 4 marzo scorso. Per quella che gli organizzatori hanno definito «una splendida mattinata missinna» in piazza San Babila. «Oltre mille Camerati» si legge in una nota, risposero al «richiamo della foresta». Tra loro tutta la «destra milanese», nelle «sue diverse sfaccettature», tra cui Armando Santoro presidente della Unione Nazionale Combattenti della Rsi, l’avvocato Vincenzo Forte (segretario della Unione Patriottica) o il «Conte Grappa» Alessandro Romei Longhena (già sindaco di Noviglio) ed il «Barone Nero» Roberto Jonghi Lavarini (animatore di destrapermilano.blogpost.com), il «vecchio parà» Dario Casorati, il professore Antonio La Bollita (già dirigente missino e sindacalista CISNAL ed UGL) ed il «Boia di Quarto Oggiaro» Remo Casagrande. La partenza è alle 14 da piazza Medaglie d'Oro e arrivo in piazza Affari. «Monti non è la soluzione del problema - ha spiegato ieri Cremaschi nel corso di una conferenza stampa di presentazione davanti all'ingresso dell'Università Bocconi - ma è una parte del problema stesso, non per lui, ma per il programma che rappresenta, lo stesso che sta provocando una catastrofe economica e sociale in tutta Europa, che ha affondato la Grecia e sta affondando il Portogallo, e contro il quale ieri in Spagna è stata fatta una grande manifestazione». Da domani, ha aggiunto, «parte l'opposizione sociale e politica contro il programma di aggiustamento strutturale dell'economia voluto da Fmi e Bce» Roberto Jonghi Lavarini, orgoglioso fascista, detto anche il Barone Nero, la spiega così: «Scendiamo in piazza perchè condividiamo pienamente il grido di dolore, la forte rabbia e la giusta protesta dei lavoratori e produttori di tutte le categorie, per colpa di una crisi finanziaria sistemica mondiale causata dai parassiti-usurai-speculatori delle banche d'affari e del capitalismo internazionale, ovvero dagli stessi che oggi vorrebbero, attraverso il loro rappresentante Mario Monti, espropriare il nostro popolo e la nostra nazione della nostra sovranità e della nostra libertà, per instaurare una vera e propria dittatura tecnocratica e plutocratica».
http://www.linkiesta.it/Fiom-fascisti-piazza-affari-banche-governo-monti
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News
L'occupazione pacifica di piazza Affari e la Fiom che si spacca in due
Alessandro Da Rold
E' stato un corteo «sobrio» quello organizzato a Milano contro il governo Monti dai sindacati di base e i No Tav Critiche all'esecutivo e al presidente Napolitano, ma anche le forze dell'ordine parlano di «una manifestazione tranquilla». Smentito chi pensava che arrivassero i black bloc, mentre la Fiom è sempre più spaccata.
31 marzo 2012 - 20:37
Chi si aspettava black block e violenza al corteo contro il governo Monti di Milano, organizzato dal movimento No Debito insieme con le sigle dei sindacati di base e i No Tav, è rimasto deluso. Al contrario di quanto titolato in questi giorni dal Giornale di Vittorio Feltri, circa 10mila persone hanno marciato in modo pacifico nel centro del capoluogo lombardo, tra lo shopping del fine settimana meneghino, al grido di «Monti attento, ancora fischia il vento». È stata una manifestazione «sobria» quella di Occupiamo Piazza Affari. Ma senza loden, con una nuova edizione del giornale Lotta Continua e un unico modello tedesco da applicare all'articolo 18 che vuole riformare il ministro del Welfare Elsa Fornero: il filosofo Carl Marx. È stato il ritmo del bonghi e dei balli dei tanti lavoratori di colore iscritti al Cub a segnare la marcia della protesta contro il governo dei padroni e del duo «Monti-Napolitano». C’era pure una piccola delegazione di destra camuffata, a cui la questura ha intimato in mattinata di non presentarsi dopo gli annunci di ieri. Roberto Jonghi Lavarini, detto il Barone Nero, si è presentato lo stesso con un centinaio di persone. Qualche manifestante si è lamentato. Ne è nata una piccola scaramuccia, ma esponenti dell’Ugl, sindacato di destra, e altri sindacalisti di sinistra li hanno difesi. Sarà che i bersagli politici sono più sobri, un tempo c'era Silvio Berlusconi, ma a parte qualche scritta sulle banche, un paio di fumogeni subito spenti da altri manifestanti di fronte a una sede di Unicredit, questa volta non si sono registrati momenti di tensione con le forze dell’ordine. Corre voce che l’ala dura dei centri sociali milanesi, quelli del Vittoria e del Cantiere, sia rimasta a casa. O meglio, che gli organizzatori abbiano sconsigliato di venire per «alimentare tensione inutile». Per questo motivo, il corteo partito da piazza Medaglie D’oro in corso di Porta Romana ha risparmiato tutti i negozi simbolo del capitalismo, come Mc Donald o la boutique Zara.
Certo, un pullmann proveniente da Napoli è stato fermato al casello di Melegnano con a bordo mazze da baseball. Ma l'unico momento di tensione «verbale» è stato tra i No Tav e i carabinieri in tenuta antisommossa («La Valsusa non si tocca») di fronte alla Banca d'Italia. Le stesse forze dell’ordine hanno riconosciuto che è stato un corteo «complessivamente sotto controllo». Sarà anche per questo che secondo alcuni partecipanti si sono visti in giro pochi «studenti» e «giovani»? Qualche strascico di polemica nel movimento, però, la «prima manifestazione nazionale contro il governo Monti» (copyright Giorgio Cremaschi) la sta lasciando. Inizia a crearsi una divisione tra le frange dei centri sociali, mentre la più vistosa delle spaccature è quella dentro la Fiom. La manifestazione aveva tra gli organizzatori appunto Cremaschi, presidente del Comitato Centrale Fiom Cgil, ma di bandiere del sindacato non se ne sono viste. Maurizio Landini, segretario, non ha appoggiato l’iniziativa, anche perché, hanno chiosato alcuni iscritti durante il sit in in piazza Affari, «starebbe cercando di riavvicinarsi alla Cgil di Susanna Camusso».
Il gruppo più folto di manifestanti è stato quello composto dai valsusini, che hanno ricevuto la solidarietà di tutti gli altri partecipanti. Poi i Carc, bandiere di Alternativa Politica, Sinistra Critica e altro ancora. Un manifestante nudo si è presentato in piazza Affari senza creare particolare scalpore, tra raffigurazione della Piovra finanziaria e diversi insulti a banche, Monti e Napolitano. «Il licenziamento economico scardina l'articolo 18 ed è ridicolo dire che la reintegrazione impedisce gli abusi. , ha spiegato Cremaschi di fronte al dito medio di Maurizio Cattelan. E alla domanda sul fatto che mancassero le sigle sindacali, Cremaschi ha risposto secco «Questa è una manifestazione specificamente contro il governo Monti mentre la Cgil ha deciso una politica di iniziative sindacali. Invece qui si vuole costruire un'opposizione più ampia e trasversale alle politiche del governo e che raccolga l'opposizione sociale e anche la No Tav».
Il leader No Tav, Alberto Perino, all'arrivo del corteo in piazza Affari ha attaccato di nuovo l'esecutivo: «Il governo Monti è il peggiore della storia della Repubblica, perchè è un governo teppista. Monti vada fuori dalle scatole, torni a casa». Le critiche sono state soprattutto per Napolitano: «Il presidente della Repubblica non difende la Costituzione, si comporta come uno zar - ha dichiarato - si diceva un uomo di sinistra, io lo considero un sinistro». Il clima comunque tranquilo del corteo non ha dissuaso l'ex vicesindaco di Milano Riccardo De Corato a un attacco a testa bassa: «Quella che è stata la mobilitazione della Fiom, dei Cub, di Usb, dei no-global, dei No-Tav, degli antagonisti arrivati con bus da Roma, da Napoli e da tutto il Nord, ha visto radunato secondo la polizia solo alcune migliaia di persone, un bel flop per le tante sigle messe in campo».
http://www.linkiesta.it/Corteo-Milano-Occupiamo-Piazza-Affari-No-Tav-No-Debito
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