mercoledì 18 gennaio 2012
"La eccezione che conferma la regola"...
Il caro camerata, Marco Valle, già mio carismatico segretario del Fronte della Gioventù, al quale mi lega una antica amicizia ed una profonda stima, recentemente, mi ha fatto, giustamente, notare come io sia, sempre e troppo, duro e polemico con i dirigenti aennini del PDL. Probabilmente ha ragione ma se mi occupo, con particolare interesse e veemenza di coloro che, come me, hanno militato nella destra italiana (prima nel MSI e poi in AN) è solo perché li conosco tutti molto bene ed a loro sono ancora, nonostante tutto, sinceramente affezionato.
Per riequilibrare il mio giudizio, trovo, quindi, giusto sottolineare anche le positività di questa comunità umana, a partire dall'attivissimo gruppo del Consiglio Provinciale di Milano. La presenza della destra in questa istituzione locale è sempre stata culturalmente molto qualificata e visibile, ricordo, in particolare, lo storico consigliere Flavio Nucci, l’assessore Prof. Angelo Ruggero ed il vice-presidente Dario Vermi. Anche oggi, grazie soprattutto ad Umberto Novo Maerna (assessore alla cultura, coadiuvato dal Prof. Luca Gallesi e da Fabrizio Provera), a Massimo “Mamo” Turci (capogruppo del PDL) ed alla consigliera Roberta Capotosti (passionaria della “destra sociale”) ma anche all’assesore Giovanni De Nicola ed al giovane consigliere cattolico, Niccolò Mardegan, i nostri valori e le nostre idee sono fortemente e manifestatamente presenti nelle istituzioni ed in numerose iniziative culturali, artistiche, editoriali e sociali.
Non penso, sia solo un caso che questa coerente, moderna ed attiva presenza della destra sia indissolubilmente legata a uomini ed a militanti (come Vermi, Turci, il senatore Alfredo Mantica ed il consigliere Gianni Stornaiuolo) che si sono politicamente formati nel Movimento Sociale Italiano, frequentando la "scuola" degli indimenticabili onorevoli Pino Romualdi e Franco Petronio.
Purtroppo, questa realtà positiva, è solo “una eccezione che conferma la regola”, in un PDL dove gli ex AN sono emarginati, marginali, culturalmente muti o peggio appiattiti, impegnati ad occuparsi, quando va bene, solo di buona amministrazione o, peggio, di ricerca di potere fine a se stesso, quando non di miserabili interessi spiccioli e personali. La coerenza non deve essere solo a parole (è già qualcosa di fronte a chi rinnega se stesso, la propria storia e le proprie idee) ma deve essere sempre suffragata dai fatti, dalle azioni politiche quotidiane: sostenere il governo plutocratico Monti è come o, forse, addirittura peggio di ripetere e sottoscrivere le tristementi note quanto infami dichiarazioni di Fini sul “male assoluto”.
Roberto Jonghi Lavarini
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