martedì 12 ottobre 2010
Rinnovamento, Partecipazione, Trasparenza e Meritocrazia per un PDL più forte!
Finalmente sta per entrare in vigore il nuovo regolamento attuativo delle riforma dei servizi pubblici locali, purtroppo non retroattivo, che, insieme ai tagli previsti dalla legge finanziaria, dovrà rendere più responsabili e trasparenti le amministrazioni locali. Si tratta di una serie di provvedimenti, fortemente voluti dal Governo Berlusconi, in particolare dai Ministri Brunetta e Tremonti ma anche da alcuni autorevoli deputati del PDL come Massimo Corsaro, per risparmiare soldi, tagliare sprechi e porre un freno alla sistematica lottizzazione partitocratica delle società pubbliche e partecipate. Sostanzialmente viene codificata l’incompatibilità fra ruolo politico nelle istituzioni e ruolo gestionale ed economico negli enti e nei consigli di amministrazione. E’ un primo passo molto importante, oltre a quello del taglio proporzionale del numero degli eletti e dei loro stipendi, verso il rinnovamento della politica ma, da solo, non basta. Sono i partiti (tutti, nessuno escluso) che devono riformarsi secondo principi di partecipazione, trasparenza e meritocrazia.
Condivido quindi l’appello del Presidente Berlusconi a migliorare il mio-nostro partito, il Popolo della Libertà. Finita la lunga fase iniziale e transitoria, chiuso il doloroso quanto necessario capitolo della scissione finiana, il PDL deve organizzarsi bene, aprirsi a tutti gli Italiani di buona volontà, radicarsi sul territorio e nella società, riprendere cioè il progetto iniziale di un grande partito popolare di centro-destra a vocazione maggioritaria. Un partito "conservatore" nella sostanza (i valori della nostra tradizione e civiltà europea e cristiana) e "riformista" nella forma (presidenzialismo, federalismo, giustizia giusta, fisco equo, incentivi a famiglie ed imprese, grandi opere ed infrastrutture) che possa ambire veramente al consenso della maggioranza del nostro popolo.
Ma se il PDL vuole veramente ottenere questa “rivoluzione conservatrice”, deve incominciare subito a ripensare e riorganizzare se stesso ed a darsi un vero e proprio codice etico. La prima cosa necessaria è eliminare le incrostazioni di potere, il vergognoso cumulo di cariche e di mandati dei mestieranti della vecchia partitocrazia, creare partecipazione e ricambio generazionale, allargare la base del consenso, imporre un ricambio degli eletti, selezionare una nuova classe dirigente, veramente degna, capace e meritevole. Come ha detto giustamente Berlusconi, ripreso anche da Corsaro, dobbiamo mandare a casa i “fanniguttun” , i parassiti che vivono di politica e non per la Politica, coloro che non hanno mai lavorato seriamente in vita loro, che non conoscono i reali problemi delle famiglie e delle imprese italiane. Serve, quindi maggiore mobilità della classe dirigente, la Politica come servizio alle propria comunità, lasciando spazio a tutti, ognuno al suo posto ed ognuno al suo turno.
Per questo faccio subito alcune proposte concrete che saranno presto tema di discussione, dibattito, approfondimento, confronto, analisi, elaborazione e sintesi politica con gli amici di Destra per Milano, Destrafuturo, Patria e Libertà, Circoli del Buon Governo ed Associazione Archè, con Marco Clemente, Stefano Di Martino (in alto, nella foto, con Berlusconi), Fabrizio Hennig ed Emanuele Villantieri.
1) No al cumulo delle cariche e dei mandati. Un rappresentante del PDL dovrebbe ricoprire e svolgere bene un solo ruolo alla volta e solo per due mandati. Questo dovrebbe valere per tutte le cariche elettive ed istituzionali (parlamentari e consiglieri), per tutti gli incarichi fiduciari e di governo (ministri, sottosegretari ed assessori) ed anche per le nomine di partito (coordinatori regionali, provinciali e comunali). Chi riceve nuovo incarico-promozione, dovrebbe dimettersi dal precedente e lasciare spazio al primo dei non eletti. I rappresentanti del PDL che percepiscono, ad ogni livello, stipendi e gettoni di presenza, dovrebbero avere l’obbligo di versarne il 25% al partito ed un altro 25% in beneficienza. Servono anche degli elenchi pubblici (disponibile e consultabile da tutti i cittadini anche online) degli eletti del PDL ma anche dei nominati negli enti e dei consulenti di ministeri ed assessorati (con loro titoli, dati anagrafici, emolumenti, presenze e riferimenti telefonici ed email) poter valutare i loro curricula ed il loro operato in nome e per conto del Popolo della Libertà.
2) Rinnovamento, nominale e generazionale, della classe dirigente italiana (la più vecchia d’Europa) imposto con dei precisi limiti anagrafici alle candidature per i rappresentanti del PDL: massimo 40 anni (per consiglieri di zona, comunali e provinciali), 50 anni (per presidenti di zona, assessori comunali e provinciali e consiglieri regionali), 60 anni (per sindaci, presidenti di provincia, assessori e presidenti regionali, deputati nazionali ed europei) e 70 anni (per senatori, sottosegretari e ministri). Selezione di candidati, nominati e dirigenti di partito, anche in base ad una attenta analisi dei loro reali curricula (di studio e professionali), alle loro dichiarazioni dei redditi ed ai loro certificati penali (chi è stato condannato, con sentenza definitiva in terzo ed ultimo grado di giudizio, per reati gravi e-o infamanti non può essere ricandidato e-o nominato in qualche ente o ruolo di partito). I Candidati Sindaci ed il 50% dei candidati del PDL (alla carica di consigliere e deputato) deve essere scelto attraverso lo strumento delle elezioni primarie (coinvolgendo non solo gli iscritti ma tutti i simpatizzanti).
Roberto Jonghi Lavarini
Milano, 11 ottobre 2010
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