lunedì 17 maggio 2010

L'armata brancaleone di Fini in Lombardia

Sui giornali dello scorso fine settimana, veniva riportato l'organigramma di "Generazione Italia" la corrente scissionista di Gianfranco Fini, spina nel fianco del Popolo della Libertà. Non vi erano particolari novità, tranne la tragicomica composizione del coordinamento regionale lombardo, composto da ben cinque dirigenti che dovrebbero contrastare l'assoluta egemonia de "La nostra Destra" di Ignazio La Russa e Massimo Corsaro all'interno dell'area della ex Alleanza Nazionale. Si tratta di una una squadra decisamente composita, del tutto eterogenea, composta da "personaggi in cerca di autore", privi di reale consenso elettorale, che conferma l'assoluta confusione culturale (probabilmente anche mentale) e la evidente debolezza del personalissimo progetto politico finiano. I coordinatori lombardi del "partito finiano" sono infatti: la storica eurodeputata Cristiana Muscardini (radicata più a Strasburgo che a Milano, visto il penoso risultato della figlia, Anastasia Palli, alle scorse elezioni regionali), il senatore Giuseppe Valditara (docente universitario della Bocconi, vicino alla congregazione religiosa cattolica conservatrice dei Legionari di Cristo), l'onorevole Benedetto Della Vedova (radicale, libertario, favorevole all'aborto, all'eutanasia, al matrimonio omosessuale ed alla droga libera), l'assessore comunale Gianpaolo Landi di Chiavenna (coerente galantuomo liberale, noto però per le sue posizioni favorevoli al voto ed alla cittadianza rapida agli immigrati extracomunitari) e, inaspettatamente, l'ex deputato Alberto Arrighi (rivoluzionario nazionalpopolare, già missino rautiano, aennino alemanniano e segretario regionale de La Destra di Francesco Storace, fino all'altroieri). L'unica che ha una sua dignità politica ed un suo peso elettorale, seppur minimo, è la Muscardini. Della Vedova è un sinistro personaggio virtuale-televisivo che con il centro-destra non c'entra assolutamente nulla. Il professor Valditara ed il marchese Landi sono due personaggi supponenti ed altezzosi, privi di qualsiasi consenso elettorale (farebbero fatica a farsi eleggere consiglieri di zona) e sono stati imposti come deputati (senza preferenze) ed assessori (senza nemmeno essere eletti), contro il volere di tutta la base militante di AN, proprio da Ignazio La Russa, ai quali devono tutta la loro carriera politica. Infine, Arrighi, al quale, perlomeno fino a ieri, mi legavano una antica amicizia ed una comune militanza: il suo nuovo riposizionamento è in antitesi con quello che ha dichiarato e fatto in questi ultimi dieci anni, purtroppo, la sua, più che una "conversione sulla via di Damansco" mi sembra una scelta opportunista di chi cerca, a qualsiasi costo, un ruolo politico o, molto più miseramente, un posto di lavoro. Questa "Armata Brancaleone" non ha nessuna coerenza e credibilità politica, quindi, non avrà alcun seguito, almeno, fra coloro che, orgogliosamente, si riconoscono ancora nei Valori, nelle idee, nella storia e nelle tradizioni della destra popolare ed identitaria, italiana ed europea.

Milano, 17 maggio 2010

Roberto Jonghi Lavarini
robertojonghi@gmail.com

DESTRAFUTURO - La nostra Destra nel PDL
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