venerdì 22 gennaio 2010

Edizioni di AR: il Barone Von Ungern-Sternberg




Comunichiamo che sul sito della Libreria Ar - http://www.libreriaar.com/ - è stata inserita una galleria di immagini dedicata al barone von Ungern-Sternberg

Sempre nel sito della Libreria Ar, nella pagina 'Notiziario', sono state, poi, inserite due recensioni dedicate al libro: Il dio della guerra

Jean MabireIl dio della guerra.


Il barone Roman Feodorovič von Ungern-Sternberg
Traduzione di Fabrizio Sandrelli; 4 illustrazioni su carta patinata,
pp. 230; Collezione "il Cavallo alato".Edizioni di Ar, euro 20,00

“Amici cavalieri, armatevi per la guerra…” Un giorno partì a cavallo, folle di amore per la guerra e di istintivo ardore religioso, il generale-barone von Ungern-Sternberg, dal golfo di Finlandia al deserto dei Gobi, e lo uccisero più per lo scandalo che davano la sua feroce vocazione e il suo inflessibile senso dell’onore e della decenza, che per autodifesa. Lo uccisero i bolscevichi, insieme agli altri dèi che minacciavano di intralciare il progresso. Il miraggio della potenza, la cavalcata del guerriero e dell’orda che gli obbediva, rendevano risibile l’umanitarismo cencioso ‘à la Russie’ allora in voga: i piani quinquennali, le odi coatte al sudore della fronte, quel pugnaccio isterico sul tavolo dei padroni. In questo travolgente ‘romanzo’ il sangue scorre a fiumi, l’efferatezza si spreca, ma è come un farmaco. Non c’è mai puzza di carogna, perché Ungern e i suoi uomini, figli del vento, hanno troppa fretta, troppa sete di trionfo per fermarsi a pensare sopra la vita lasciandola marcire, per bamboleggiare nelle sociologie. Due ‘s’: sodalità e scelus contro gli empi, non socialismo – dicono le gesta del barone. Di assassinio in assassnio, di scoppio in scoppio, pur di progredire nella vita, non di truffa in truffa, e di guaìto in guaìto – così infuriò il magnifico Ungern, monaco guerriero, “uomo solo, uomo ‘dell’altrove’”, uomo compiuto e radicato nel dio.


La cosacca del barone von Ungern



[...] Ne disse Julius Evola: «Si vuole che una grande passione avesse ‘bruciato’ il lui ogni elemento umano, non lasciando sussistere che una forza incurante della vita e della morte». La sete di vittoria, di eccessi di preda, le sue brame così intense da assurgere al calor bianco e divenire sovrumane, vengono qui narrate dalla penna errante e preziosa di Mario Appelius, e filtrate attraverso gli occhi di una cosacca che al barone si accompagnò. Fantastica storia di «gloria e brigantaggio», di trionfi e rese: di «grande passione» appunto.
Edizioni di Ar. Collana 'Le librette di controra'. Pp. 64, Euro 10,00.


Nessun commento:

Posta un commento