venerdì 13 febbraio 2015

Apertura della nostra sede a Milano...


 
La sede di GRANDE MILANO è finalmente aperta al pubblico, tutti i MERCOLEDI' sera, dalle ore 21.00 alle ore 23.00, in Via General GOVONE 56 a Milano (in zona Monumentale-Sempione).
 
Presto ci sarà l'inaugurazione ufficiale della sede operativa di quella che potrebbe anche trasformarsi in una vera e propria "lista civica di destra" per le prossime elezioni comunali di Milano 2016.
 
Intanto, sarà subito disponibile un "centro servizi al cittadino" di assistenza amministrativa, legale, fiscale e sociale; e di tutela dei diritti di utenti, contribuenti, consumatori e risparmiatori italiani.
 
Associazione Culturale GRANDE MILANO
(associazione indipendente ed apartitica, legalmente riconosciuta, aderente a Progetto Nazionale e al Centro Nazionale Sportivo Fiamma)
 
il presidente onorario
Alessandro Romei Longhena
 
il presidente
Roberto Jonghi Lavarini
 
il vice-presidente
Mario Mazzocchi Palmieri
 

martedì 10 febbraio 2015

Intervista a Roberto Jonghi (PN - Grande Milano).



Su Libero Quotidiano è comparso il risultato di un recente sondaggio, rivolto ai lettori del giornale, sul futuro candidato del centrodestra a Sindaco di Milano. I dati, davano, subito dietro al notissimo segretario leghista  Matteo Salvini ed al comunque noto Giulio Gallera di Forza Italia, un  poco conosciuto (almeno alle cronache nazionali) Roberto Jonghi Lavarini, al terzo posto, davanti ad altri due big della politica come il ministro ciellino Maurizio Lupi ed il consigliere di lungo corso Riccardo De Corato. Il sondaggio ha creato allarme e tensione  nei partiti del centro-destra milanese che hanno fatto forti pressioni su Libero. Risultato, il sondaggio è ripartito, praticamente da zero, tenendo conto solo dei  moduli ritagliati dal giornale ed inviati in redazione e non delle centinaia di voti espressi sui social network. Noi intervistiamo Jonghi, vulcanico esponente della destra radicale, conosciuto come "il barone nero", già dirigente del MSI e di AN, ora impegnato, con Progetto Nazionale – Grande Milano, che, con la sua ennesima provocazione, ha rotto i vecchi schemi ed i già precari equilibri politici del suo schieramento.
 
Allora l’estrema destra ha veramente un suo candidato sindaco che fa paura ai partiti?
 
Guardi, ha ragione Marine Le Pen, a ripetere che gli schematismi destra-sinistra sono finiti, provengo dal Movimento Sociale e sono orgoglioso della mia militanza, che non rinnego, ma i tempi sono assolutamente cambiati. Mi considero semplicemente un buon patriota e credo nella costruzione di un nuova coalizione di destracentro che difenda veramente la giustizia sociale, la nostra sovranità nazionale, la nostra identità ed i legittimi interessi del nostro popolo. Gli attuali partiti sono tutti vecchi, superati, inefficaci e decisamente poco rappresentativi. L’attuale classe politica nazionale, nominata e non eletta, non ha più consenso e radicamento, quindi nemmeno autorevolezza. Bisogna andare oltre, creando un fronte nazional-popolare ed identitario… Noi lo stiamo facendo, partendo da Milano, creando, dalla base e dal territorio, dalle categorie e dai comitati di quartiere, una lista civica per le prossime elezioni comunali del 2016.
 
Un giudizio sincero sugli altri competitor di Libero e sugli altri nomi che si fanno a Milano?
 
Salvini è bravo e gode, da tempo, della nostra stima e simpatia (alle scorse elezioni europee, ci siamo già schierati ufficialmente con la Lega!), ma, per vincere a Milano, deve assolutamente unire il centrodestra e dialogare sia con la sana borghesia produttiva meneghina che con la curia cattolica ambrosiana. Gallera è nostro amico e, per sua storia e formazione, potrebbe essere il candidato ideale ma deve, innanzitutto, guardarsi le spalle dai suoi colleghi di partito. De Corato, lo conosciamo bene, è un vecchio professionista della politica ed è già stato vice sindaco, per tanti anni: ha già ottenuto il massimo possibile. Lupi era il sindaco “in pectore” ma è finito con Alfano ed è ministro di Renzi: si è bruciato da solo. Librandi è un bravo imprenditore (di Saronno!) ma è ancora il capogruppo alla camera di quello che resta del partito di Monti. Il costruttore De Albertis è abile uomo d’affari privati e non pubblici. L’ex magistrato D’Ambruoso non lo conosco come non lo conoscono i milanesi. Poi vi sono galantuomini veri come Achille Colombo Clerici e Carlo Sangalli ma meglio puntate su un sindaco più giovane e dinamico.
 

lunedì 9 febbraio 2015

Veneziani intervista Jonghi su Libero.


 
 

 
Figura al quarto posto nel sondaggio di Libero «Vota il tuo sindaco» con il 12,1%, preceduto da Giulio Gallera (30,7%), Matteo Salvini (23,6%) e Riccardo De Corato (15,8%). Roberto Jonghi Lavarini, un passato nel Msi e nella Fiamma Tricolore, oggi esponente di Progetto Nazionale «Grande Milano», conta di poter mantenere quel consenso anche alle primarie.
Jonghi Lavarini, allora ha deciso: si candida?
«So già che sarei un ottimo sindaco e che, se si svolgessero le primarie del centrodestra, prenderei almeno il 10%, ossia circa 30mila voti. Detto questo, sono consapevole di non avere i consensi necessari a vincere».
Chi sosterrebbe dunque, dopo le primarie?
«Il mio laboratorio politico, Progetto Nazionale, è da sempre vicino alla Lega. Salvini rappresenta un buon candidato ma, se a me manca il consenso, a lui manca il buon senso di parlare ai moderati milanesi. Per questo, credo che Giulio Gallera sia la figura migliore, anche se non mi dispiacerebbe la candidatura di Carlo Sangalli della Confcommercio».
Ci dica tre idee forti del suo programma.
«Sicurezza, sicurezza, sicurezza. Premesso che intendo assicurare solidarietà ai ceti deboli sia italiani che stranieri, allo stesso tempo sono convinto che ci voglia tolleranza zero verso criminalità organizzata e abusivismo. Bisogna sgomberare al più presto campi, case e locali occupati. Al posto del Leoncavallo, per capirci, voglio costruire asili nido».
Lei è soprannominato «il Barone Nero». Quanto le giova e quanto le nuoce questa fama?
«Quel nomignolo risale alle origini nobiliari di mio nonno. Ma io sono convinto che la vera nobiltà non stia nel sangue, ma nello stile».
E l’aggettivo «nero», invece?  
«Si riferisce alla mia militanza in partiti post-fascisti. I “compagni” utilizzano spesso quella storia per accusarmi di xenofobia. Io in realtà sarei disposto anche a candidare uno di colore per il Consiglio comunale, visti i miei ottimi rapporti con le comunità somala ed eritrea, integrate e regolarmente residenti a Milano».
«Se la sinistra italiana guarda all’Atene di Tsipras», lei ha detto, «la destra dovrebbe guardare a Itaca». Cosa intende?
«Mi riferisco al progetto “Itaca” lanciato da Renato Besana e Marcello Veneziani, che intende porre come valori cardine la Tradizione, il Sacro, la Patria e la Famiglia. Se vuole andare avanti, la destra deve fare come Ulisse: tornare all’Origine».
 
Gianluca Veneziani (Libero Quotidiano, 5 febbraio 2015)

Assemblea nazionale di Verona.



Una folta delegazione di “Grande Milano” (associazione culturale, indipendente, legalmente riconosciuta, federata a Progetto Nazionale) ha partecipato, ieri, alla annuale assemblea di Verona. Il gruppo era guidato dal presidente Roberto Jonghi Lavarini, dal vice Mario Mazzocchi Palmieri e da: Monica Comandulli (responsabile di cassa e tesseramento), Giulio Livoni (presidente della Mutua Sociale Ambrosiana), Giada Arioli, Giovanni Trombetta, Luigi Recupero (segretario regionale del sindacato UGL della Lombardia), Fausto Montrone (presidente del Movimento Meritocratico) e Tullio Trapasso (anche in rappresentanza del Fronte Nazionale).
 
All’importante evento sono intervenute circa mille presone: presidenti e dirigenti dei circoli di Progetto Nazionale, amministratori locali e militanti provenienti da tutta Italia, in particolare dal Triveneto. Ospiti d’onore sono stati il giornalista Pietrangelo Buttafuoco e l’on. Nello Musumeci (figura storica della destra siciliana) che hanno ribadito il fallimento della vecchia classe dirigente di AN, la simpatia nei confronti della nuova Lega di Matteo Salvini (in sala erano presenti numerosi esponenti leghisti) e l’assoluta necessità di rifondare il centrodestra,  per dare una seria risposta alla maggioranza del popolo italiano che non è mai stato di sinistra. In tal senso, il sindaco di Verona e segretario della Liga Veneta, on. Flavio Tosi, ha sottolineato l’importanza delle elezioni primarie per riunire e rinnovare il centrodestra, ribadendo la sua candidatura, supportata dalla Fondazione per Ricostruire il Paese. Il presidente Piero Puschiavo, infine, ha ribadito la linea di Progetto Nazionale: autonomia politica, trasversalità ai partiti, intransigenza ideale e comportamentale, flessibilità nelle strategie ed alleanze elettorali, soprattutto a livello locale, e piena collaborazione con Flavio Tosi e la sua fondazione.
 
Roberto Jonghi ha così commentato l’esito dei lavori: “E’ stata una grande manifestazione patriottica, identitaria e politica. Un momento importante per tutta la destra sociale italiana che ora deve fare fronte comune, con la Lega, contro il governo Renzi, i parlamentari voltagabbana e, soprattutto, contro i poteri forti della plutocrazia mondialista.” Sempre da Milano, sono intervenuti anche altri nomi noti della destra milanese come: Stefano Di Martino, Roberto Giacomelli e Lino Guaglianone. “Ora dobbiamo pensare alla nostra Grande Milano, ad organizzare l’alternativa alla giunta rossa di Giuliano Pisapia che ha reso la nostra città piena di buche, sporca, triste ed insicura” ha dichiarato, infine, Mario Mazzocchi.