giovedì 26 giugno 2014
martedì 24 giugno 2014
giovedì 19 giugno 2014
PROGETTO MILANO !
Importante riunione politica dei vertici di Progetto Nazionale a Verona: la delegazione milanese era guidata dal presidente del circolo “Destra per Milano”, Roberto Jonghi Lavarini, dal vice-presidente Mario Mazzocchi Palmieri e da Giulio Livoni (ex segretario del Fronte della Gioventù , di Monza, ora promotore della Mutua Sociale Ambrosiana).
A livello locale, abbiamo deciso di promuovere il Progetto Milano, laboratorio civico per la città metropolitana, e di collaborare attivamente sia con la Mutua Sociale Ambrosiana, sostenendo la sua buona battaglia, per la giustizia sociale contro l'usura bancaria, che con il Gruppo Bioen, che si occupa di energie rinnovabili ed ecosostenibili.
Ricordiamo nuovamente a tutti che sono aperte le iscrizioni al nostro circolo (culturale, metapolitico ed apartitico): la quota di adesione è di soli 10,00€, il modulo potete scaricarlo dai link indicati ed inviarcelo compilato via email: progettonazionalemilano@gmail.com).
martedì 10 giugno 2014
Destra per Milano - Progetto Nazionale: Tesseramento 2014
E’ ufficialmente aperto il Tesseramento 2014 al Circolo “DESTRA PER MILANO” di “PROGETTO NAZIONALE”, al quale si possono iscrivere tutti gli Italiani maggiorenni, residenti a Milano città e provincia. Destra per Milano nasce nel 2000, come comitato politico indipendente, e, nel 2013, aderisce ufficialmente a Progetto Nazionale che, è bene ricordare, non è l’ennesimo partitino, ma una Associazione Culturale ed un Laboratorio Politico, fondato da Piero Puschiavo. Presidente del circolo è Roberto Jonghi Lavarini, vice Mario Mazzocchi Palmieri, presidente onorario il conte Alessandro Romei Longhena, del direttivo fanno parte anche l’Ing. Giada Arioli e l’Avv. Simone Andrea Manelli.
Chi non è di Milano, può aderire ad uno dei circoli esistenti (presenti in tutte le regioni d’Italia) o costituirne uno nel proprio comune o nella propria provincia. Progetto Nazionale è un moderno e coerente movimento politico di “destra sociale”, assolutamente autonomo ed indipendente ma in buoni rapporti con tutti i partiti del centro-destra. Il nostro modello europeo è certamente il Front National di Marine Le Pen, ma l'Italia non è la Francia. Progetto Nazionale si pone l’obbiettivo di rinnovare il sistema politico italiano secondo rigorosi criteri di partecipazione popolare, trasparenza ed autentica meritocrazia: per questo sostiene lo strumento delle elezioni primarie, la candidatura di Flavio Tosi alla guida della coalizione e la sua fondazione per “Ricostruire il Paese”.
Informazioni ed adesioni per Milano e Provincia:
Informazioni ed adesioni per il resto d'Italia:
lunedì 9 giugno 2014
Roberto Jonghi (Progetto Nazionale) in televisione.
Roberto Jonghi Lavarini (Presidente del Circolo Destra per Milano di Progetto Nazionale) in televisione (Telelombardia e Intelligo TV) ospite della trasmissione di approfondimento politico "Forte e Chiaro", condotta dal noto giornalista Roberto Poletti. Roberto Jonghi, accompagnato da Francesco Lauri e Paolo Riva, ha affrontato diverse tematiche di attualità, commentato i risultati delle elezioni europee e preso le difese dei taxisti milanesi, contro la sinistra (ex comunista ed ora ultraliberista) di Pisapia e Maran, in difesa della giustizia sociale, della legalità, delle categorie prosuttive e dei diritti acquisiti dei lavoratori italiani.
giovedì 5 giugno 2014
Intervento politico di Piero Puschiavo, Presidente di Progetto Nazionale.
Con notevole ritardo, causato da un lungo viaggio di lavoro – il sottoscritto non vive di politica - ho deciso di fare comunque alcune mie considerazioni sulle recenti elezioni amministrative ed europee.
Nonostante le varie interpretazioni di comodo o di ottimismo ostentato, per evitare suicidi politici di massa, bisogna prendere atto che, per quanto assurda, la decisione popolare dei votanti è stata chiara: Matteo Renzi è risultato il vincitore, a larga maggioranza.
Colui che con il “buono sconto” degli 80€ al mese - senza però precisare che vengono tolti da altre parti - è riuscito a passare come il candidato migliore, il più credibile, il più rassicurante, non foss’altro per il fatto che sul piatto le alternative non sono state all’altezza.
Le chiavi di lettura per questa sciagurata decisione assunta dalla maggioranza dei votanti sono diverse; la più abusata pare quella del confronto mediatico con il buffone di corte Grillo, che nelle due ufficiali apparizioni, prima in rete con Renzi, e poi in televisione con Vespa, ne è uscito molto meno bene di come avrebbe voluto, favorendo di fatto il suo maggior avversario.
A “destra”, Lega Nord esclusa, la via verso l’autoestinzione continua, non essendoci più un soggetto politico in grado di dare risposte convincenti e concrete oltre al nulla degli Alfano, alle giravolte degli Alemanno, o ai volti semi-nuovi “truccati” con Photoshop.
Eppure, come spesso accade, se ci addentriamo nella selva oscura di chi quotidianamente deve cercare di far quadrare i conti dell’economia familiare, di chi deve tentare di mettere insieme il pranzo con la cena, scopriamo che il barista sotto casa non ha votato Renzi, così come il panettiere e i 4 colleghi in fabbrica, che a votare non sono nemmeno andati, e altri ancora che invece a votare ci sono andati, ma si sono espressi solo per le comunali del loro Paese.
Così un dubbio sale alla mente: e se la chiave di lettura più azzeccata fosse proprio nella gran fetta dei non votanti?
Se qualcuno fosse davvero stufo di questa politica, non si domanderebbe a cosa serve ancora andare a votare, dopo Monti, Letta e Renzi?
Infatti gli elettori, questa volta più delle altre, sono stati gli iscritti ai partiti in gara o ad essi più vicini, mentre le persone estranee alla “politica di professione" sono rimaste a casa; ha votato il militante, il tesserato, il fidelizzato - e il Pd, fortemente strutturato, ne conta in quantità - mentre il cittadino comune, avulso da giochi politici di sorta, non si è recato alle urne: stanco, sfiduciato, disilluso, in buona sostanza vinto dentro e rassegnato.
Il grande “vincitore” delle ultime elezioni è stato probabilmente proprio l’astensionismo, il non voto; ma è davvero da considerarsi una vittoria?
Il decadimento avanza comunque e ovunque, il sistema prosegue incurante della presunta delegittimazione delle percentuali dei non votanti.
Per quel che ci riguarda più direttamente, la presenza di Progetto Nazionale in questa tornata elettorale è stata sostanzialmente positiva. Il nostro maggior impegno e sforzo sul fronte del voto europeo era indirizzato al sostegno di alcuni singoli candidati, in primis Flavio Tosi, che nella circoscrizione nordorientale ha incassato circa 100mila preferenze. Un segnale molto importante, anche perché, in questo caso, si è affermato il gradimento ed il consenso popolare di un politico al di sopra dell’appartenenza di partito. Un uomo che coraggiosamente ha deciso di candidarsi in un momento delicato (da mesi sotto l’attacco concentrico di forze non solo politiche, e di avversari dichiarati e non); una candidatura di “bandiera” quella del sindaco di Verona, al servizio del rilancio del proprio partito (ma che si è confermata andare oltre gli angusti spazi del partito) e del suo nuovo corso; una candidatura vincente nonostante l’handicap della preventiva dichiarazione di rinuncia alla poltrona europea in caso di elezione, che gli ha potenzialmente alienato ulteriori preferenze.
La scelta di un accordo con il Front National francese di Marine Le Pen ha scosso positivamente una fetta di elettorato di destra, che vista l’assenza di alternative popolari convincenti, si è orientato verso il voto leghista, o meglio, verso uomini che all’interno della compagine di Salvini portano avanti cavalli di battaglia che la destra politica ha irresponsabilmente ignorato o rimosso dalla propria agenda politica. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti! Per chi li vuol vedere…
Questa è la realtà odierna, che difficilmente, credo, si possa smentire.
Chi da fuori gongola sul dato astensionistico, facendolo magari da una visuale “di destra”, dimostra tutta la sua miopia politica, ed una comoda tentazione giustificazionista ai molteplici fallimenti di un ambiente politico dilaniato da invidie, dispetti e personalismi. Ricordo quando, nessuno escluso, nel 2006 tutta la cosiddetta "destra radicale" corse alle elezioni politiche in coalizione proprio con Berlusconi, Fini e compagnia cantante, sottoscrivendone il programma politico. Una storia questa che non scordo, sopratutto quando sento, da parte di chi allora ne fu attivamente partecipe, dare lezioni di “cameratismo” a chi, come noi, ha fatto una scelta politica che cerca di andare oltre gli atteggiamenti e i ragionamenti autoconsolatori e autoreferenziali che portano sempre più all’isolamento e alla ghettizzazione. Non sono questi obbiettivi che rientrano nella nostra ottica.
Progetto Nazionale che, giova qui ricordarlo per l’ennesima volta, non è un partito, in silenzio, con umiltà, e pochissimi mezzi a disposizione, è riuscito anche in questa tornata elettorale a raccogliere alcune vittorie a livello locale, particolarmente significative e gratificanti per i contesti in cui sono maturate.
Ai consiglieri comunali già eletti si è infatti, aggiunto il primo Sindaco di Progetto Nazionale, Gabriele Tasso, eletto nel Comune di San Pietro Mussolino in provincia di Vicenza con il 52% dei suffragi e Manuel Negri, eletto consigliere nella rossa Reggiolo. Entrambi questi risultati frutto di un lavoro di ricomposizione, di condivisione e di costruzione, partendo dal territorio, in un contesto di liste civiche e di sinergie con altre forze politiche del centro-destra.
Ovviamente non sono mancate anche alcune piccole delusioni, ma le sconfitte servono a capire alcuni maldestri meccanismi e a fare esperienza in ottica futura.
In una più ampia ottica nazionale invece, guardando all’incerto futuro del centro-destra, con tutte le incognite legate al dopo Berlusconi (e le considerazioni positive o negative che si possono fare sul Berlusconi uomo e sul Berlusconi politico), sembra per ora predominante l’incertezza e la frammentazione.
Progetto Nazionale ritiene che la figura di Flavio Tosi, espressione qualificata del territorio e sostenuta da autentico consenso popolare non mediato, sia la più indicata ed affidabile per una ri-fondazione nazionale di un Paese che ormai non esiste più se non nelle immagini vacanziere per turisti benestanti, come punto geografico d’approdo per torme di disperati o come Paese dei Balocchi per i poco di buono.
Piero Puschiavo, Presidente di Progetto Nazionale
martedì 3 giugno 2014
W le differenze !
W LE DIFFERENZE
Da uomo “di destra”, oltre che da cristiano cattolico, non solo rispetto gli ebrei come i mussulmani, ma, da sempre, sono affascinato ed appassionato da tutte le tradizioni culturali, religiose, sociali, folkloristiche e gastronomiche dei differenti popoli del mondo, come ne rispetto profondamente le identità etniche e le giuste aspirazioni di libertà, benessere ed autodeterminazione. Questo assoluto rispetto nasce, naturalmente, dalle viscere, da quello per la mia identità, terra e comunità di appartenenza, la mia patria (la terra dei padri), per poi irradiarsi sul mio prossimo, come le onde di un sasso gettato in uno stagno. Io sono per preservare le differenze che sono un assoluta ricchezza della nostra umanità. Altro sono i sacrosanti diritti, che rivendico con forza, di essere “padroni a casa propria” e di potere affrontare liberamente, senza tabù e pregiudizi, in maniera seria e serena, qualunque tematica storica, politica ed economica, senza essere strumentalmente accusato di razzismo. Io ho una concezione spirituale della vita ed una visione tradizionale del mondo ed i miei avversari non sono certamente quelli “diversi da me” ma, al contrario, il materialismo, il relativismo ed il mondialismo che ci vorrebbero “tutti uguali”, riducendoci in grigi e docili consumatori, indifferenziati e asessuati, senza anima e senza cervello. Io sono per una pacifica ed ordinata armonia delle differenze.
ROBERTO JONGHI LAVARINI